Ma come, aspetti proprio oggi, il 24 agosto, un anno dopo il terremoto di Amatrice, per fare battute sulla sicurezza?
Sì, certo. Oggi, quando l’attenzione alla salute delle persone dovrebbe essere più alta.
Ma perché non serve riuscire ad individuare con anticipo l’arrivo del terremoto?
Semplicemente perché non è il terremoto che ammazza le persone ma le case che cascano loro addosso.
Pare che la prevenzione e la messa in sicurezza di un edificio, costi circa dieci volte di meno rispetto a quello che ci vuole per affrontare i problemi in emergenza, senza contare i danni alle persone.
Magari sarà un pensiero semplice, ma in un paese fermo, far ripartire il settore dell’edilizia non per cementificare e costruire il nuovo, ma per sistemare l’esistente, porterebbe lavoro, ripopolamento dei centri storici, recupero della storia, insomma un sacco di roba buona.
Poi venga pure il terremoto.
Noi saremo al sicuro e anche forse fuori dalla crisi, grazie al lavoro che tanto va comunque fatto.
Però non si fa. E perché?