Mi chiedono di scrivere qualcosa su come immagino la Spoleto del futuro. A me che già con quella di oggi ho difficoltà ad entrare in sintonia.
Non è un lavoro facile eh. Soprattutto se riferito ad un posto come questo, dove da decenni si sta cercando di decidere se impostare il proprio sviluppo sul commercio, sul turismo, sull’industria, sulla cultura e non so cos’altro.
Comunque questo breve pezzo bisogna farlo e allora cerco di farmi un’idea chiedendo alla gente. Cosa gli abitanti di questa bella cittadina umbra pensano del proprio futuro. Come se lo immaginano.
Vado prima di tutto in periferia, in una delle bellissime campagne fuori dalle mura medievali. Incontro Ponziano: un cassintegrato di una delle aziende che sono scoppiate sotto la pressione della globalizzazione che ha sderenato le fabbrichette di queste zone. Nel tanto tempo libero che si ritrova, Ponziano si dedica a lavorare un piccolo orto.
«Come vedo il futuro? Mah, ho figli e nipoti, e ho paura che saranno costretti ad andare lontano per cercarsi un lavoro dignitoso. Spero anche che la Cassa Integrazione duri». Mi guardo intorno e capisco che le risposte che potrei avere dalle persone che incontro sarebbero simili a quella ricevuta da Ponziano. Vado in centro e chiedo al gestore di un’attività commerciale, come vede la Spoleto del futuro? Avrà appunto un’anima industriale, commerciale, turistica, culturale, magari sportiva …
Mi risponde Giuseppe: «Ma… beh, turistica no? Sbaglio?».
In quel momento passa dalle nostre parti un politico. Uno dei tanti a cui è affidato lo sviluppo della città. Alla stessa domanda risponde con il sorriso falso, pelle pelle di uomo abituato ad andare a scrocco: «Ma… beh, turistico no? Sbaglio?».
Ecco. Pure lui stessa risposta. Mi sa che con questo sistema non andiamo da nessuna parte. Allora… Siccome la piazza centrale, quella del Mercato dovrà a breve essere ripavimentata, penso di usare la proposta fatta da un amico. Un giovane ingegnere spoletino, ha proposto di interrare al centro della piazza una capsula del tempo. Uno di quei contenitori dove nascondere un pensiero, una foto, un discorso, una speranza, che verranno raccolti dagli spoletini fra cento anni.
E allora, cosa ci metteresti tu in questa capsula? Ecco… cosa ci metterei? Boh. E a questa domanda nessuno trova una risposta al volo. Nemmeno il politico di prima. Intanto però ho capito che chiunque fra cento anni aprirà quella capsula del tempo, ci troverà dentro un sacco di dubbi e gli abitanti della Spoleto del futuro saranno certi di avere avuto un lungo passato. A volte anche importante.
Ah, io nella capsula stavo pensando di mettere il mio curriculum. Hai visto mai?
Qui il collegamento all’articolo pubblicato su Instant Future