Mi domando, da persona semplice: “… ma se fosse stata data a me la possibilità di aiutare il mio Paese e fossi convinto di averne le capacità…” me ne sarei andato così, per tigna?
Veramente avrei abbandonato tutto dopo che l’Italia è da tre mesi che aspetta un governo?
Fornero, reddito di cittadinanza e altri miracoli economici sono passati in secondo piano?
Sono meno importanti della soddisfazione di piazzare in un ministero importante un signore di 82 anni che ebbe modo di esprimere dubbi sull’euro, la moneta che abbiamo in saccoccia e sull’Europa in cui viviamo?
Ma veramente me ne sarei andato minacciando pure col ditino indice il Capo dello Stato?
Boh, io credo che se me ne fregassi dello sviluppo del Paese, avrei potuto decidere di andarmene soltanto se fossi seriamente convinto che alle prossime elezioni, che costeranno agli italiani decine di milioni di euro, oltre a quello che costano in credibilità a causa di questi tempi incomprensibili, potrei raggiungere un risultato migliore di quello ottenuto il 4 marzo scorso.
Ecco, se fossi convinto di questo e ritenessi che il bene del Paese può ancora aspettare, allora sì.
Avrei preso forse la scusa di Savona che non è una provincia ma un economista.
Un po’ come qui da noi dove Ferrara ed Asti, solo durante il Festival di Spoleto, sono persone prima che città.
Poi dice “… l’abolizione delle province”.