Qualcuno fra quelli che leggono queste righe ha mai avuto a che fare con una persona che ha perso o sta perdendo la completa funzionalità del cervello e della memoria?
A me è capitato.
Una delle malattie di cui si sente più spesso parlare è l’alzheimer.
Forse in qualche caso si può parlare generalizzando, di “demenza senile“.
Comunque il risultato è che si ha la vita devastata perché siamo tutti impreparati a ritrovarci in casa una mamma, una moglie, un marito, un parente, un amico, che lentamente scompaiono lasciando qui solo un corpo nella maggior parte dei casi pure malmesso.
E la gestione della malattia, almeno nella prima fase, viene lasciata completamente sulle spalle della famiglia, che spesso non ha proprio gli strumenti giusti e nemmeno la conoscenza che serve per “non fare danni”.
Per chi una famiglia ce l’ha.
Se non ci fossero persone come quei mariti, quelle mogli, quei figli che decidono di sacrificare gran parte della loro vita per assistere il malato, che valore daremmo alla memoria, al ricordo.
Io confesso di non essere attrezzato per convivere con malattie come quelle che ti strappano i ricordi.
Non scappo ma ci fatico parecchio.
Me ne faccio una ragione, ma ci fatico.