A CENTO PASSI DALLA SALA FRAU

Adesso che Carlo, mio fratello, non c’è più, questo ricordo lo pubblico, anche se col magone.

Gli spetta.

E comunque per il mondo perfetto c’è ancora tempo.

Dall’altra parte di Piazza del Mercato a Spoleto, c’è il Caffè Letterario. Il bellissimo bar della bellissima biblioteca comunale.

La distanza con la sala cinematografica è poco più di cento passi, la larghezza della piazza, ma sono sufficienti per segnare due mondi diversi.
Il cinema di proprietà della Curia, è quello gestito da alcuni imprenditori spoletini che hanno assunto l’impegno di farlo risorgere, impedirne la chiusura e regalare al centro storico della città una nuova opportunità culturale.

Il bar di proprietà del Comune è quello lasciato andare da troppo tempo. Non ci sono più i quotidiani, gli scaffali dei settimanali sono desolatamente vuoti, i tavoli polverosi, il bancone del bar appannato e spoglio, una cassa con le ruote sotto un tavolo segnala un abbandono che la struttura non merita.

Il cinema invece negli ultimi due anni è risorto conquistando pubblico e offrendo progetti importanti nati dall’impegno di Carlo Carlini e di Silvia Quaranta.
Sono le stesse persone che insieme ad altri operatori hanno preso in gestione il bar nella speranza di riuscire a riaccenderlo per restituirlo alla collettività.
I due sociologi, impegnati nel sociale, hanno voluto incontrare la stampa proprio nel Caffè Letterario, per raccontare la verità sulla vicenda del cambio di gestione della Sala Frau.

Non vogliono attribuire responsabilità né colpe. Ci tengono solo a raccontare i fatti così che chiunque possa formarsi una sua opinione.
Nel 2012, il cinema viveva un momento difficile che stava portando la proprietà, la Curia arcivescovile di Spoleto – Norcia, a valutare l’opportunità della chiusura per limitare le perdite economiche.

La cooperativa Partes, nella persona della sua presidente Silvia Quaranta, insieme a Carlo Carlini, esperto di cinema, lancia un’offerta: Restituire dignità e pubblico alla sala, facendo importanti investimenti, per lasciare accesa una piccola speranza nel centro storico.
La proposta prevede anche la possibilità di non licenziare le due persone dipendenti della struttura.

Partes ha lasciato alla Curia il contributo annuale elargito dalla Frau e la possibilità di affittare la sala per il Festival di Spoleto.
Insomma si sono caricati delle spese e hanno lasciato le entrate alla proprietà.
Non solo: il cinema andava digitalizzato, cioè bisognava fare un investimento di circa 65.000 euro per la macchina da proiezione e l’impianto audio.
Fatto anche quello con l’aiuto parziale di un contributo pubblico.

Tutto restituito.
Tutto pagato.
Tutti impegni onorati.

I primi due anni prevedevano un utilizzo della sala, senza la spesa dell’affitto, per poi valutare risultati e costi dopo questo tempo.
Fine.
La prima parte della storia finisce qui.

Dopo aver resuscitato la sala, acquistato e pagato attrezzature, ricostruito rapporti con le case di distribuzione, stipendiato i dipendenti che altrimenti sarebbero rimasti una spesa a carico della Curia o disoccupati, aver restituito dignità e costruito un pubblico, la proprietà ha “legittimamente” ci tiene a precisare Carlo Carlini, deciso di affidare la gestione ad un’altra cooperativa.
La stessa che si occupa della Sala Pegasus anche quella di proprietà della Curia.
Tutto qui.

Non c’è stato verso di ottenere un incontro con tutti quei personaggi che avevano contribuito alla creazione del progetto iniziale.
Telefonate, mail, SMS, tentativi di incontro: tutto a vuoto salvo uno sporadico incontro con il sacerdote incaricato dall’Arcivescovo.
“Fate un’offerta in busta chiusa” dicono dalla Curia.
Avevano ricevuto una proposta economica e chiedevano un’altra offerta da confrontare.

Ma come?

E quello che ci siamo detti?
E i progetti?…
Niente.
Offerta economica e basta. Magari vestita con i progetti già avviati da Partes con le scuole e con le comunità locali.
Nei giorni passati c’era anche stato un incontro alla presenza di funzionari del Comune di Spoleto e di un rappresentante dell’AGIS, con la cooperativa che si è ora aggiudicata la sala, per stilare un progetto di collaborazione fra la Pegasus e la Frau.

Il raddoppio dell’offerta era visto come un’opportunità interessante dai gestori della seconda, non sospettando che era già partita una proposta giudicata interessante dalla proprietà.
Tutto legittimo, ma sul metodo in molti hanno trovato da dire.
Basta fare un giretto per i social come Facebook e Twitter per capire cosa la gente pensa di questa vicenda.

“Siamo spiazzati, delusi e offesi” dice Carlini.
Questo non impedisce di pensare al rimborso di tutti quegli abbonati che non potranno utilizzare tutti gli ingressi.
“Rimborseremo tutto a tutti perché noi facciamo così”. Afferma Silvia Quaranta.
Siamo persone oneste, dice Carlini, ma non ci stiamo a passare per stupidi.
Il nostro è certamente stato un comportamento ingenuo, ma abbiamo creduto nel progetto, nelle promesse e abbiamo dato tutto senza prendere mai nemmeno un centesimo di stipendio.

Tutti i soldi incassati sono stati utilizzati per la gestione e per pagare fornitori e dipendenti.
“Ci sentiamo di dover ringraziare la gente che ci ha dato fiducia. Solo con loro siamo riusciti a portare avanti il progetto”.
Fino a che qualcuno non ha pensato di cambiare sistema e collaborazioni.
Ma per il futuro avete progetti?

“Certo che ce li abbiamo, ma magari ne parliamo quando saremo usciti dallo stordimento di questa botta veramente imprevista”.
Alla conferenza stampa non c’erano né il rappresentante dell’ufficio della Curia né quelli del Comune.

Viva Spoleto

Dice: e le mentine della foto, che c’entrano?

Dico: ho pensato a un piccolo aiuto per chi si ritrova con l’alito appesantito per dire troppe volte sì al padrone di turno.

Chi lecca per abitudine, ha spesso bisogno di una rinfrescata.

Articolo Pubblicato in Facebook sulla mia pagina personale l’11 marzo 2015

Interessanti pure i commenti che qualcuno ha lasciato all’articolo pubblicato in FB.

Ne incollo qui alcuni:

Simone Sensi Complimenti a +SE
  • Nino Montanari Non sempre si può dire ciò che si pensa !!!
  • Monica Trevisani Solo due precisazioni: inBiblioteca ci sono i quotidiani., e, va bene tutto ma 400 euro d’offerta mi è parso un atteggiamento un po’ arrogante del tipo..lo devi dare per forza a me !
  • Moreno Carlini Come hanno spiegato ieri alla conferenza stampa quella cifra è stata “consigliata” da una persona all’interno della Curia che gli interessati non hanno elegantemente rivelato.
    Quella persona ha chiesto di inviare un’offerta che tenesse conto delle spese annuali che ammontano a circa 4000 €.
    Così hanno fatto. Nessun calcolo, nessuna stima, nessuna valutazione, solo buona fede.
  • Moreno Carlini E ieri i quotidiani non c’erano, i settimanali erano pochi e tristi e i tavoli erano impolverati e l’aspetto della sala che ospitava il bar, trasandato
  • Monica Trevisani Sono d’accordo con te per il resto, però i quotidiani li ho sempre visti così come ho visto gente leggerla.
  • Monica Trevisani Per quanto riguarda l’affitto al di la’ del “cattivo consigliere” mi sembra più un rimborso spese che un canone..ma prima chi le sosteneva? La curia o Carlini?
  • Giuseppe Marcocchi è incredibile che Carlo e Silvia si sentano anche tacciare di arroganza – non ho parole…
  • Monica Trevisani un messaggio per quelli che leggono e non capiscono i commenti: “mi è parso un atteggiamento un po’ arrogante” è diverso dall’essere arrogante. e comunque, a questo pun, diciamo che più che un affitto è un rimborso spese, cioè cosa diversa. fra l’altro, a quanto mi è parso di capire, oltre a non pagare l’affitto, le spese erano a carico della curia…qualcosa di più?
  • Giuseppe Marcocchi ora comprendo che accusare qualcuno di avere un atteggiamento un pò arrogante è ben diverso dal tacciarlo di arroganza – oh, l’importanza delle sfumature…. impegno personale , entusiasmo, curiosità intellettuale, fiducia e rispetto dei patti scritti e non che valgono? I canoni d’affitto, invece quelli si, vuoi mettere?
  • Monica Trevisani Sono contenta di vedere un mondo di generosi con i soldi degli altri e che decidono chi sono i destinatari della beneficenza altri… in quanto ha patti è da vedere…

 

  • Giuseppe Marcocchi a proposito di arroganza…

 

 

 

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