Quando fra qualche anno i giovani chiederanno a chi l’ha vissuta com’era la vita prima del Corona Virus, prima di marzo 2020, non sarà facile rispondere in maniera oggettiva.
Ognuno avrà i suoi ricordi che probabilmente saranno anche modificati dalla personalità e dal temperamento di chi racconta.
Non credo che potranno esserci due versioni identiche sulla vita all’aperto di prima del Covid 19, sulle persone che si incontravano, si abbracciavano, andavano insieme a teatro, ai concerti, in pizzeria.
Ci saranno gli storici, quelli che hanno attraversato in maniera consapevole questo periodo che forse lo sapranno raccontare meglio di altri.
Lo storico anziano parlerà dell’aspetto eroico della Resistenza al virus.
Altri si concentreranno sulle lunghe file ai supermercati.
Si parlerà anche di quelli che violando le prescrizioni hanno contribuito ad allungare il periodo di pericolo.
Si ricorderà la solitudine di chi muore senza nemmeno il conforto di un amico, di un parente. E si parlerà pure dei funerali con le bare da sole o sui camion militari.
Si ricorderanno i balconi, le finestre, l’inno cantato insieme.
Forse ricorderemo anche alcuni di quei politici che cercano di approfittare del momento, come quelli che hanno truffato con le mascherine mediche e altri accessori indispensabili.
In pochi citeranno il pigiama, le ciabatte, la poltrona; i veri strumenti della resistenza.
Verrà forse raccontato, quello di oggi, come un momento eroico vissuto da un popolo forte e unito.
Chissà quale sarà la verità fra qualche anno?