Oggi vorrei parlare del sondaggio che ho proposto sul gruppo Facebook “Spoleto, segnalazioni, sfoghi...“.
In quel sondaggio chiedevo al lettore se secondo lui Spoleto deve essere una città industriale, turistica o commerciale.
Ho anche lasciato la possibilità di aggiungere oltre che i commenti, altre proposte.
Qualcuno suggerisce di impostare l’economia sull’artigianato, altri sulla produzione agricola e sull’agroalimentare in genere.
In testa alla classifica, come era da immaginarsi, troviamo l’opzione “Spoleto città turistica”.
Molti sono stati quelli che hanno votato per questa scelta.
Ma sono stati in tanti che hanno votato anche per non lasciare indietro nessuna possibilità.
Riuscire a svilupparsi un po’ in tutti i settori.
Giusto. Impostare l’economia soltanto su un settore, ci esporrebbe a rischi enormi se quello dovesse subire una crisi.
E il turismo sappiamo che si è sempre dimostrato molto fragile quando si scontra con il mondo dell’economia.
La domanda del sondaggio non era troppo scontata.
Sono anni che ci si chiede come dovrà diventare Spoleto. Io per esempio ancora devo capire le intenzioni delle ultime 7, 8 amministrazioni.
Quelle di prima non me le ricordo.
Altre città, in Umbria hanno scelto chi di potenziare l’aspetto commerciale, chi quello industriale, chi timidamente cerca anche di sviluppare la vocazione culturale.
Io personalmente, per Spoleto, non lascerei indietro nessuna di queste scelte, ma indirizzerei le energie del territorio, le idee, le risorse, verso un settore principale e poi in seconda battuta anche sugli altri.
Il turismo pare effettivamente la nostra vocazione, ma non mi sembra che si sia mai pensato ad elaborare un progetto con un orizzonte lungo.
Viviamo alla giornata e se ci alziamo storti, cambiamo velocemente direzione.
Magari visto da fuori, dalla persona della strada come ritengo di essere io, il progetto della città è più confuso di quello che appare a chi amministra e se ne occupa su incarico della cittadinanza, ma io un progettino condiviso non ce lo vedrei male.
Insomma: Dobbiamo aprirci al turismo? Allora lavoriamo per sviluppare le vie di collegamento. Dalle rotaie alle strade. I parcheggi ce li abbiamo e pure i percorsi meccanizzati che andrebbero promossi e conosciuti.
Facciamo dei corsi per insegnare cos’è il commercio a chi si è lasciato un po’ andare (non tutti eh).
Pensiamo ad imparare una lingua straniera. Studiamo la storia di Spoleto. Proviamo per quanto possibile a ripopolare il centro storico, perché i turisti per quello vengono eh.
E visto che ci siamo, riapriamo il Ponte delle Torri, che tanti gruppi di camminatori hanno annullato prenotazioni per l’impossibilità di raggiungere agevolmente i sentieri francescani.
Facciamo conoscere anche altre bellezze di questo nostro splendido territorio.
Aiutiamo chi ha l’incoscienza di organizzare a suo rischio manifestazioni che possano richiamare gente.
Proponiamone altre e ripristiniamo quelle perse o emigrate.
Verifichiamo l’offerta ricettiva in genere con idee innovative che molti nostri operatori continuano a mettere in campo ma spesso in maniera scollegata con gli altri.
Pensiamo meglio insomma. Capiamo che per crescere bisogna avanzare insieme.
La nostra concorrenza sono altre parti del mondo che offrono un prodotto che può far concorrenza al nostro, non il negoziante davanti a noi sulla stessa via.
E nemmeno i paesi e le città vicine, che invece anzi, ci aiutano a proporre un’offerta completa fatta dalle caratteristiche speciali di ognuno.
Insomma l’Umbria tutta, si vende meglio di un piccolo quartiere o una via di una sola città, tanto per essere chiari.
Non siamo in competizione con la splendida Valnerina per esempio, o con Norcia, o con Castelluccio, con Cascia, ma nemmeno con Foligno o Terni e le sue Cascate, o Perugia , tutte località che con le loro specifiche proposte, per forza diverse dalle nostre, ci consentono di preparare un pacchetto di proposte molto più ricco.
Questo secondo me andrebbe capito. Sprecare energie non ci aiuta. Fare fronte comune, invece sì.
Ci sarebbe lavoro per tutti, ma certo, bisogna farlo uno straccio di progettino, così magari si recupererebbero anche manifestazioni saltate che invece un motivo d’essere ce l’avevano.
Ah parecchi soldi si possono trovare in Europa. Soldi che aspettano di essere collegati con un’idea eh! Ripristiniamo l’operatività degli uffici e del personale che di questo si devono occupare e sforziamoci di aumentare la loro preparazione.
Insomma diamoci da fare, sennò fra qualche anno ci ritroveremo ancora qui a litigare per le cacche dei cani e per la monnezza che non la ritirano quando sarebbe ora e per le buche e perché quelli sono meglio di noi e parleremo ancora dei gattini da regalare e dei pappagalli scappati, dei parcheggi fatti male e se è il caso o no di aprire il centro storico al traffico delle auto.
Saluti a tutti.