Il Covid 19 di danni ne ha fatti parecchi e continua a farne.
Oltre a quelli che riguardano la salute e la vita delle persone, esistono anche delle mutazioni nella gestione politica della società, che rischiano di diventare altrettanto gravi.
Penso al diffuso stop reale di qualsiasi progetto di crescita, di miglioramento, di futuro.
Ora bisogna uscire dall’emergenza, certo, ma bisognerebbe non correre tutti insieme dietro al pallone, sennò il gol col cavolo che lo fai.
Si definisce “multitasking” chi riesce a gestire più opzioni contemporaneamente. Ecco, forse ci serve una società “multitasking”.
Abbiamo smesso, o almeno chi dovrebbe farlo, pare abbia smesso di pensare a progetti di futuro.
Certo, la scusa del Covid è ottima per nascondere l’incapacità della politica di pensare al futuro che non sia solo quello personale del potente di turno.
Poi è vero che il Corona Virus ci ha anche aiutato a capire che non serve campare tutti ammassati nelle periferie spesso degradate delle grandi città per avere possibilità di lavoro, ma ci si può permettere il lusso di scegliere un altro posto per vivere e lavorare.
La casa di campagna, quella in un piccolo borgo, una casetta sul mare, oppure anche quella in collina, in montagna vanno bene.
Basta solo avere il collegamento alla rete e si è in contatto con il mondo.
Lo smart working che abbiamo appena conosciuto, è una possibilità, per molte categorie di lavoratori, che non dovrebbe dissolversi con la fine, speriamo presto, dell’allarme Covid.
Però intanto non bisogna nemmeno smettere di progettare il futuro e per fare questo, al governo nei ruoli cardine, ci vedo meglio delle menti fresche che più di frequente si incontrano nei giovani.
Però ‘sto cavolo di virus quante ne ha combinate eh? E senza dire manco una parola.
L’invasione degli ultracorpi.
Un film del 1956 che aveva previsto tutto, tranne forse la dimensione minuscola degli invasori.