I giornali, la tv, i social, ci informano che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di ricevere la sua dose di vaccino anti Covid, come “una persona normale“.
Ha aspettato il suo turno.
Gli è stato somministrato il vaccino quando gli sarebbe toccato per la sua età e non per la carica che ricopre, senza scavalcare quindi altre persone meno importanti di lui e per il richiamo farà lo stesso.
Il gesto della Prima Carica dello Stato è stato salutato come quello di un uomo integerrimo e rispettoso delle regole.
Tutti abbiamo apprezzato questo comportamento che ce lo fa sentire ancora più vicino e rispettabile.
Ma davvero è il caso di stupirsi se il Presidente della Repubblica “non scavalca” nessuna delle persone che compongono l’infinita lista d’attesa di coloro che devono ricevere il vaccino?
Davvero abbiamo una visione così tanto borbonica della politica dove il potente ha “ovviamente” più diritti di tutti gli altri?
A me questo atteggiamento troppo ossequioso, che genera sorrisetti a fior di pelle. Smorfie di compiacimento verso il potere, ecco a me mi preoccupa.
Più che altro mi fa capire che siamo ancora lontanissimi dal vedere il politico come una persona che si spende per gli altri invece che per conquistarsi dei privilegi.
Certo, pensando ai politici più in vista, di dubbi ne vengono tanti eh!
Comunque se Mattarella è stato vaccinato lo stesso giorno di mia madre ultraottantenne, non è perché mamma mia è potente e lui è democratico e rispettoso delle regole più del dovuto.
Succede questo semplicemente perché è giusto così.
E come non capisco l’applauso d’atterraggio al pilota che fa il suo lavoro, così mi stupisco di tutti questi complimenti per una persona che si comporta come dovrebbe fare chiunque, quindi pure lui.
Ma in questo paese che si meraviglia perché scopre che esiste un potente che non salta la fila, viene da dire…
Comunque “bravo Presidente” eh!