Tanti pensieri, riflessioni nascono dall’accorato sfogo televisivo di Beppe Grillo che urla in difesa del figlio Ciro accusato, insieme ad alcuni suoi amici, di stupro di gruppo ai danni di una ragazza diciannovenne.
Il reato sarebbe stato commesso nella villa che il politico/attore/influencer, ha in Sardegna.
Ne ha dette tante in quel video che dura pochi secondi.
Nessuna delle affermazioni da lui fatte mi ha trovato vicino, se non l’idea che da un padre ci si aspetta che le provi tutte per difendere il figlio accusato di un reato tanto infame.
Tutto si risolverà, forse, dopo un passaggio in tribunale, ma intanto l’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata tutta sul comportamento di questo personaggio che qualcuno vede diverso a seconda che affronti vicende sue personali, familiari o fatti che riguardano tutti gli altri.
Spero di non trovarmi mai in una situazione del genere, ma adesso, da fuori, posso dire che io ho completa fiducia nei miei figli.
Così tanta fiducia che, in una situazione del genere, vorrei andare velocemente a processo per dimostrare che le accuse sono vergognosamente false e che mio figlio, tirato su a pane e rispetto degli altri, donne o uomini che siano, non ha niente a che vedere con quello di cui lo si accusa.
Certo sarei comunque spaventato, ma se ho predicato per anni la correttezza, questo sarebbe il minimo che posso offrire alla fiducia di chi mi segue.
Non mi pare questo lo stesso atteggiamento che filtra dal video di Grillo.
E non mi piacciono manco i grillini che sperano di fare un altro mandato dopo i due dichiarati e difendono il capo.
Ma nemmeno gli avversari politici che fiutano l’odore del sangue e girano intorno all’animale ferito.
Non è un bel momento per l’idea che qualcuno si era fatto dell’equilibrio di questo nuovo pensatore.
Di questo trascinatore che si è inventato un partito, l’ha portato in alto nelle preferenze e poi si butta malato quando si tratta di sottoporsi alla verifica dei tribunali, proprio come ha fatto e fa Berlusconi.
Non ho elementi per valutare le eventuali colpe di questi ragazzi accusati di un reato tanto infame. Non mi interessa nemmeno dare un giudizio su questo.
Però mi sento di dire che il video di Grillo, il suo sfogo, mi bastano per aggiustare l’idea che mi sono fatto nel tempo di questo politico che ci doveva raccontare una nuova storia e invece urla contro tutti, da casa sua, sbattendo i pugni sul tavolo, mentre dalla cucina arriva l’odore di minestrone. Al pesto.
Perché dopotutto pure lui, Grillo, Tiene Famiglia.