Un concertone con la Budapest Festival Orchestra diretta dal Maestro Ivàn Fisher. Mezzosoprano Luciana Mancini.
Una piazza gremita da tutto il pubblico a cui le regole per il contrasto alla pandemia hanno concesso l’ingresso.
Sedie distanziate, posti preassegnati, mascherine fornite all’ingresso dall’organizzazione, misurazione della temperatura, igienizzazione delle mani.
Un complicato cerimoniale di sicurezza che si è dovuto per forza aggiungere a quello classico che vede belle signore fresche di parrucchiere, che sfoggiano gioielli molto vistosi e sfilano incartate in abiti eccentrici.
Qualcuno l’abito delle grandi occasioni lo ha sfoggiato con sicurezza, altri no, ma alla fine l’aria di Festival c’era.
C’erano pure i vari addetti con tesserino d’ordinanza, che circolavano per la platea anche durante il concerto.
Camerieri che con picchiettanti tacchi delle scarpe, andavano fuori tempo, ma poi alla fine l’aria di Festival è anche questo.
Esecuzione onesta, repertorio che ha spaziato da Darius Milhaud a Maurice Ravel, a Erik Satie.
Per una inaugurazione del Festival, forse di più non si poteva azzardare.
Verso la fine dello spettacolo, il pubblico è stato trasportato in una condizione conosciuta con il bis preso dalla produzione di Gioacchino Rossini e lì pure il personale di servizio ha deciso di rimanere fermo in attesa della conclusione.
Sul palco è salita alla fine dell’esecuzione anche la nuova direttrice Monique Veaute che ha introdotto il rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio il quale ha voluto omaggiare il maestro Fisher con un premio, per aver diretto il concerto “ … con molta signorilità”.
“La Fondazione come sa la direttrice artistica è molto presente al Festival in maniera tangibile vero direttrice”?
“E la Veaute sorridendo: “Beh, non abbastanza”.
Alla fine il pubblico è defluito ordinatamente seguendo le indicazioni dell’organizzazione.
E fuori della Piazza, i tavolini dei ristoranti erano tutti pieni e la gente in giro parecchia.
Quasi come una volta.
E oggi si continua con tantissime altre proposte tutte da seguire e da apprezzare.
Viva il Festival.