“Il futuro è incombuto” dice Riccardo, il figlio maschio interpretato dall’ottimo Riccardo Goretti.
Per avere un po’ di considerazione, l’anziana mamma recitata dalla brava Maria Grazia Sughi, inventa di essere vicina alla fine dei suoi giorni e così riesce ad ottenere attenzione e anche comprensione dai suoi tre figli.
Scenografia essenziale, fondale molto luminoso e inquadratura di neri.
Un letto pieno di verdure che infradiciando trasferiscono linfa vitale alla vecchia mamma, performer e artista plastica, secondo Gioia la figlia ambientalista imbranata di una credibile Gioia Salvatori.
L’altra figlia, Simona, è un’ostetrica schiacciata dalla preoccupazione del futuro delle nuove generazioni, interpretata dall’efficace Simona Senzacqua.
Il terzo figlio è un insegnante elementare che si trova ad aver a che fare con un testo inedito sull’origine della specie citato da Borges.
Buono il ritmo sostenuto dagli attori, il palcoscenico del Teatro Caio Melisso quello è, ma gli attori non lo usano manco tutto.
La regia di Lucia Calamaro, che è anche autrice del testo, destina molte energie alla parola e a sostenere la naturalezza dei bravi attori.
Spettacolo molto gradevole apprezzato dal pubblico presente in sala che ha tributato un lungo applauso.