AMEN.
Questo è il titolo dello spettacolo scritto dal famoso psicoanalista e messo in scena dal Teatro Franco Parenti insieme al Teatro Piemonte Europa e a Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Il palcoscenico è quello glorioso del Teatro Romano.
Festival di Spoleto 2021.
Sala piena solo di tutti quelli che possono entrare nel rispetto delle disposizioni Covid.
Introduce lui: l’autore, che non ha visto lo spettacolo ancora e lo vedrà per la prima volta insieme a noi.
Ci racconta un po’ come ha pensato di scrivere questo testo.
Durante il lockdown ha trovato il tempo di riflettere sulla vita e sulla morte. Più sulla morte per la verità.
Ha pensato al battito del cuore che si può interrompere in qualsiasi momento e pure al fatto che lui, nato molto prematuro, ha ricevuto il sacramento del Battesimo insieme a quello dell’Estrema Unzione.
Cita Rigoni Stern e i soldati sfiniti nella neve mentre cercano di rimanere vivi nel ghiaccio che uccide.
La morte…
Insomma chi pensava di passare una serata spensierata ha sbagliato proprio spettacolo.
Gli attori che la regia a cura di Valter Malosti vuole seduti o in piedi davanti al microfono con il leggio a fianco, leggono e interpretano con buon mestiere da doppiatori.
La musica segue, le luci stanno lì.
La fonica è presente.
Dice Recalcati che una volta, quando aveva 14 anni, voleva fare il teatro, poi ha ripiegato sulla psicoanalisi.
Bene. Molti sono convinti che ha fatto bene.
Almeno fino a oggi quando ha pensato di proporci questo testo molto sofferente, dall’intensità adolescenziale e poco coinvolgente.
Non basta nemmeno proiettare sul muro “LA MADRE” quando parla lei, “IL FIGLIO” o “IL SOLDATO” quando tocca agli altri, alla faccia di quegli autori che lasciano capire i personaggi da quello che fanno recitare loro.
Possiamo considerare questo spettacolo (pensiero assolutamente personale) come un danno collaterale del Covid.
Non ci fosse stato questo, non avremmo avuto nemmeno il lockdown e forse il Festival per questa serata avrebbe proposto altro.
Comunque il clima fresco della sera spoletina aiuta i presenti a riflettere su che cavolo di periodo terribile deve aver passato l’autore se quelli che ci ha raccontato sono i pensieri che lo hanno accompagnato in questo lungo tempo casalingo.
Lo spettacolo è stato breve ma non intenso.
Sicuramente qualcuno avrà apprezzato stando almeno agli applausi.
Io di quelli a cui è piaciuto, fuori, sul Corso Mazzini e poi in Piazza del Mercato piena di gente, non ne ho incontrato manco uno.
Dice: Ma insomma ti è piaciuto?
Dico: Poco! Ma gli spettacoli mica si possono azzeccare tutti no?
AMEN.