Finalmente le vacanze. Così si dice in questi casi, quando stacchi tutto e parti per andare al mare.
Da noi in Umbria, dire “vado al mare” equivale a dire “me ne vado in ferie“.
Noi siamo in mezzo a colline e montagnette. L’aria del mare non ci passa manco per sbaglio qui e il pesce non è fra i piatti della cucina umbra.
Mangiare pesce da noi almeno fino a qualche tempo fa, faceva molto snob. Roba per chi ha viaggiato.
Io fatico ancora a farmelo piacere il pesce. Vuoi mettere una bella grigliata di carni miste e verdure e patate e quello che la nostra terra generosa offre?
Però bisogna andarci al mare e allora eccoci qua. Pronti per partire. Mia moglie ha deciso che bisogna dedicare una settimana della nostra vita a questo rito che almeno una volta l’anno, come i peperoni di sera, si ripropone, sempre che non corra in nostro soccorso il Covid, ma quello ormai è un problema in via di soluzione. (Speriamo).
Si comincia la preparazione qualche giorno prima della partenza, con il portare dal meccanico la macchina che già di suo, appena sente parlare di chilometri o di salite, ha la tentazione di mettersi a sedere, spegnere i fanali e tirare il freno a mano.
Ma niente da fare. Meccanico.
Lì si scopre che bisogna cambiare un cuscinetto, rimboccare i livelli, controllare tutte le funzionalità attraverso una verifica con il computer e poi basta solo pagare.
D’altra parte anche il meccanico dovrà andare al mare no? Come il dentista e pure l’idraulico e l’assicuratore.
Chissà se vanno in vacanza tutti insieme nello stesso posto e parlano di noi? Chissà!
Ma poi un giretto dall’elettrauto non ce lo vogliamo fare? Magari ci potrebbe essere da cambiare qualche lampadina, sistemare il livello dei fari. Insomma qualcosa da fare si trova anche lì.
Sicuro.
Poi si preparano le valigie con dentro tutto quello che può servire nel caso l’invasione degli Zombi ci dovesse sorprendere mentre siamo in vacanza.
Alle valigie bisogna aggiungere qualche scatolone con i generi di prima necessità alimentare. Che metti che dove andiamo noi non ci sono negozi di alimentari, come si fa?
D’altra parte andiamo in un villaggio che affitta bungalows con uso di cucina.
Io visto quanto spendiamo per fare la spesa non sono sicuro che facendo così si risparmia, ma non sono autorizzato a dire la mia. Non ancora.
Potrei farla più lunga, ma perché poi?
Chi sa come funzionano queste cose lo sa ed è inutile che gli rinnovo il dolore. Chi non ci è passato fatica a crederci… Lasciamo perdere e andiamo avanti.
Il viaggio è quello che ci si può aspettare da una macchinetta vecchia, piccola, stracarica di cose e di persone.
Un viaggio che uno normale ci mette un’ora e mezza, a noi ce ne servono 4.
Mettici pure che noi non siamo troppo svegli e addirittura mettiamo in dubbio le indicazioni del navigatore, quindi i tempi si allungano per forza.
Tutto questo vale da introduzione per presentare l’animatore che la mattina sulla spiaggia si occupa del “risveglio muscolare” degli incauti ospiti del villaggio.
Io che sono più portato per il “ristagno muscolare“, mi nascondo dietro il giornale, sotto l’ombrellone e li lascio giocare.
Manco mia moglie abbocca alla tortura mascherata.
E allora abbiamo la mente libera per ascoltare l’animatore microfonato che invita i presenti a un bel “… tutti su le MANO“.
Ma non gli basta: ci suggerisce di andare ad acquistare gioielli in un negozio che sponsorizza il suo sforzo. “Il posto dove compra chi veste GALANTE“.
Poi sempre lo stesso, che sfoggia un simpatico accento pugliese, si sposta alla piscina proprio dentro il villaggio e ci fa ascoltare una cantante che “…ha partecipato ad Amici con Maria Filippi“. Lascia cadere il “De” che evidentemente è cacofonico.
Ci sarebbe da portarsi in spiaggia un foglio e una penna per non perdere nessuna delle perle di questo fenomeno, ma la vacanza non lo consente.
Soprattutto se la vacanza è come la nostra: io e mia moglie abbiamo con noi mia madre e la sua. Molto avanti con gli anni e non troppo in salute. Bisogna assisterle parecchio. Fortuna mia moglie che in questo è un fenomeno.
Io mi occupo di lavare i piatti, fare la spesa, lavare quello che indossiamo durante la giornata.
Intanto mi salvo dall’assistenza che non fa proprio per me.
Mi prendo il tempo per considerare che questo villaggio, dove siamo già stati, è uscito ammaccato dallo stop forzato della pandemia. Servizi un po’ sconocchiati, manutenzione migliorabile. Solo l’inossidabile esuberanza degli animatori regge il confronto con gli anni passati. Fortuna il DJ della spiaggia che almeno ci tira un po’ su con le sue spericolate battute.
E comunque una settimana vola via presto (se ti diverti).
No?