Dice: “Come te l’aspetti uno spettacolo di e con Nicola Piovani al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti”?
Dico: “Boh, sarà come quello che qualche anno fa fece sempre lui, pur se senza orchestra, nello spazio civico davanti all’EMI, quando fu invitato dal suo amico allora nostro assessore Vincenzo Cerami”!
In quella occasione assistemmo a uno spettacolo moscio, demotivato, con poco pubblico.
Uno spettacolo incastrato a forza in uno spazio periferico, di cui i presenti poco apprezzarono il valore e lo sforzo dell’assessore premio Oscar che invitava il suo amico pure lui Oscar.
Un’occasione persa, quella volta.
Peccato.
E invece questa volta non è stato così.
In un teatro esaurito, nel rispetto delle norme, lo spettacolo organizzato dal Festival dei Due Mondi per il rimbalzo di Natale, è stato pieno, completo, coinvolgente, onesto.
Nessuna celebrazione di quelle che incensano il Boss di turno come era capitato tempo fa quando fummo invitati alla proiezione di un film che celebrava l’azione della direzione artistica di quel periodo, ma un piacevole racconto di incontri, di fantasia, di speranze, di vita, di spettacolo.
E allora in teatro si è sentita la presenza forte di Federico Fellini, da cui viene il titolo “La musica è pericolosa”.
Si è sentita anche la presenza di Marcello Mastroianni che canta “Caminito” oltre a quella di Fabrizio De André, di Vincenzo Cerami e di tanti di quei personaggi che hanno “fatto” il cinema e la musica che ancora amiamo.
Bravo Piovani e bravi anche i suoi musicisti che lo hanno accompagnato con presenza e vigore.
Finalmente uno spettacolo da cui si esce con qualcosa in più di quando si è entrati.
Io che ho avuto la grande fortuna di vivere per il mio lavoro, alcuni dei momenti raccontati dal compositore, posso testimoniare l’onestà nel raccontare e l’efficacia della sua azione di musicista “parlante”.
Sala strapiena che in periodo Covid un po’ di impressione la fa, ma il pubblico ha reagito bene.
Piovani ricorda che qualcuno anni fa ebbe modo di dire che”…quello che non è in TV non esiste“.
E quindi noi siamo piacevolmente “non esistiti” insieme, per un paio d’ore, accoccolati nella bella sala del Teatro Menotti di Spoleto.
Presenti allo spettacolo molti politici appena arrivati sulla scena cittadina, che difficilmente si erano visti prima a teatro. Qualcosa di buono almeno è successo. Arrivano i primi cambiamenti.
Consiglio di allargare la stagione di quello che si è pomposamente voluto chiamare “Festival di Natale”, con altre proposte per arricchire oltre che i cittadini, anche le offerte turistiche del territorio.
Che magari riusciamo a fare in modo che Spoleto possa veramente vivere tutto l’anno.
Hai visto mai?