FESTIVAL DI SPOLETO N° 65

Dal 24 giugno al 10 luglio.

Conferenza stampa del Festival.

Presentazione di parte del programma dell’edizione numero 65.

Una volta, tanto tempo fa, la conferenza si seguiva di persona. Prima a Roma in vari teatri come il Valle o anche l’Eliseo, poi negli anni a seguire si è passati nella bella sala del Ministero della Cultura.

Recentemente, per fortuna si è arrivati a fare queste presentazioni anche a Spoleto, con grande sollievo della stampa locale che poteva seguire le novità rimanendo in città.

Adesso le nuove regole di comunicazione sono purtroppo condizionate dalla pandemia e si è costretti a passare alla comunicazione on line.

La “Video Call”.

Una conferenza in video che tutti abbiamo imparato ad usare. Un po’ la stessa roba che si fa nelle scuole, sui posti di lavoro, nelle conferenze classiche.

Una grande comodità che tutti apprezziamo molto.

Certo, va tutto bene fino a quando tutto funziona.

Purtroppo non è stato il caso di questa volta, dove io personalmente devo fare i complimenti alla direttrice Monique Veaute per la pazienza e per i nervi saldi tenuti con il sorriso.

Penso a qualche precedente direttore che probabilmente avrebbe reagito in maniera diversa. Molto diversa.

Si comincia con l’introduzione del responsabile della comunicazione Marco Ferullo che presenta il Sindaco di Spoleto Andrea Sisti nella veste di Presidente della Fondazione, il quale saluta tutti gli intervenuti, ringrazia i numerosi sponsor con in testa le banche, promettendo che “Spoleto sarà una città aperta” alla cultura, al turismo, allo sviluppo.

La speranza che in estate potremo essere lontani da questa pandemia lui, il sindaco e Presidente della Fondazione Festival ce l’ha.

E pure noi.

Anche il Ministro Franceschini, che interviene in video dal suo ufficio, saluta e ringrazia dicendosi soddisfatto del programma dell’edizione 2022, che secondo lui sarà un’edizione “normale” nel senso della sicurezza almeno.

Poi, dopo i saluti, cominciano i collegamenti e pure i dolori.

La cantante lirica Barbara Hunnigan in collegamento dall’estero, si ritrova senza audio e per una cantante non è bello.

Poi ci si mette in contatto con Blanca Li, che non si sente, ma in compenso manco si vede.

E poi ancora, si fanno altri tentativi con artisti in giro per il mondo.

Certo qualcuno si sente, ma la maggior parte sono penalizzati da un collegamento troppo sgarrupato, a cui si aggiungono a volte traduzioni difficoltose.

Comunque per chi sa cogliere la parte divertente questa conferenza stampa, è stata, a modo suo, uno spettacolo.

Brava Monique a gestire tutto con il sorriso, ma per capire qualcosa degli spettacoli presentati oggi in questa prima puntata, bisognerà leggere il comunicato che segue, spedito dall’ottimo ufficio stampa, pure lui penalizzato dai collegamenti oggi proprio difficili.

Ecco il comunicato:

Tra gli artisti internazionali annunciati in anteprima: Barbara Hannigan e Mariza per la musica,
Germaine Acogny, Anne Teresa De Keersmaeker, Blanca Li per la danza, Jeanne Candel per il teatro musicale. Thomas Ostermeier, Leonardo Lidi, Davide Enia per la prosa.

Al centro del programma donne che hanno dato nuovi impulsi all’espressione artistica Omaggio a Trisha Brown nel quinto anniversario della scomparsa.
Da domani 11 gennaio apre la biglietteria per gli spettacoli annunciati.

La 65 a edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto si terrà dal 24 giugno al 10 luglio 2022, lo ha annunciato questa mattina la direttrice artistica Monique Veaute, nel corso di un incontro stampa con il Ministro Dario Franceschini e il Presidente della Fondazione Andrea Sisti, in cui sono intervenuti alcuni degli artisti ospiti del cartellone: dal soprano e direttrice d’orchestra Barbara Hannigan alla diva del fado Mariza, dalla regista Jeanne Candel a Thomas Ostermeier e Leonardo Lidi, e ancora le coreografe Anne Teresa De Keersmaeker e Blanca Li.

Con la presentazione di alcuni dei progetti in anteprima, il Festival anticipa la linea artistica e accende i riflettori sul programma 2022 che ospita le migliori esperienze performative a livello internazionale, valorizzando teatri, spazi all’aperto e luoghi non convenzionali, che Spoleto offre in una concentrazione unica in Italia.
Per il secondo anno alla direzione artistica, Monique Veaute segue la sua vocazione multidisciplinare e internazionale e tesse una tela di relazioni trasversali alle singole arti che si condensano intorno a tre linee programmatiche: la musica dei due Mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica.

Musica dei Due Mondi

La programmazione musicale guarda alla relazione tra le due sponde dell’oceano, legame di cui da sempre Gian Carlo Menotti è stato promotore, e lo fa con una proposta artistica che abbraccia molteplici linguaggi grazie anche alla presenza delle due orchestre in residenza, la Budapest Festival Orchestra, accompagnata dal direttore principale Iván Fischer (24–26 giugno, Piazza Duomo e Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Antonio Pappano (2 e 10 luglio, Piazza Duomo e Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi).

Al centro del cartellone musicale c’è sicuramente il soprano e direttrice d’orchestra Barbara Hannigan, a Spoleto per tre concerti:
in Piazza Duomo (2 luglio) è protagonista, nel suo duplice ruolo, della Voix Humaine di Francis Poulenc, che dirige insieme a Metamorphosen di Strauss con la compagine di Santa Cecilia. Al Teatro Romano (3 luglio) il soprano che ha dato voce a oltre cento nuove “premiere” del repertorio contemporaneo, molte delle quali scritte appositamente per lei, spinge ancora oltre il limite della sua maestria come interprete del ciclo Jumalattaret del prolifico musicista John
Zorn, accompagnata dal pianista Stephen Gosling. Infine, nel concerto sinfonico finale (10 luglio, Piazza Duomo) diretto da Sir Antonio Pappano, interpreta Knoxville: Summer of 1915, brano per voce e orchestra di Samuel Barber, compositore americano legato da un profondo sodalizio di amicizia con Menotti.

Nel concerto di apertura, Iván Fischer dirige un programma bipartito in cui accosta la musica di Bach a quella di Philip Glass, capofila dei compositori minimalisti dallo stile più propriamente volto al sinfonismo americano. Di Glass Fischer dirige il grande oratorio The Passion of Ramakrishna (per la prima volta eseguito in Italia). Pappano chiude il Festival con la Sinfonia n. 3 di Aaron Copland. I programmi completi, i cast e tutti gli altri appuntamenti musicali saranno annunciati prossimamente con una conferenza stampa
dedicata.

La voce delle donne

La presenza di Barbara Hannigan al Festival si inserisce pienamente nel percorso che la sessantacinquesima edizione sviluppa con le figure femminili che hanno dato un nuovo corso alle arti performative, lavorando al confine tra danza, musica e teatro, per trovare in esso soluzioni artistiche sempre innovative. Alle inesauribili possibilità della caleidoscopica voce di Barbara Hannigan fa eco la passione e la voce carica di vibrazioni che ha permesso alla cantante portoghese Mariza (30 giugno, Piazza Duomo) di portare il fado da fenomeno locale al grande pubblico. A Spoleto, l’artista che ha raccolto l’eredità della “regina del Fado” Amália Rodrigues festeggia i suoi venti anni di carriera con un concerto speciale e celebra orgoglio e malinconia di un genere musicale che è patrimonio intangibile dell’umanità.
La coreografa Germaine Acogny reinterpreta The Rite of Spring, opera cardine dell’estetica di Pina Bausch (24–27 giugno, Teatro Romano), concepita nel 1975 per il Tanztheater Wuppertal, divenuta rivoluzionaria anche per la dura invettiva sulla condizione della donna nella società.

La fondatrice dell’École des Sables, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del
2021, nota per essere la “madre della danza africana contemporanea”, porta in scena trentotto ballerini africani, selezionati in un processo di audizione senza precedenti, provenienti da quattordici nazioni di tutto il continente.
Ginnasta, ballerina, coreografa e regista, oggi la spagnola Blanca Li incarna come poche
l’incontro di esperienze artistiche diverse e la capacità di indirizzare il cambiamento. Lo dimostra con l’ultima creazione in cui coesistono l’universo reale e quello virtuale: il suo Le Bal de Paris (24 giugno–10 luglio, Sala XVII Settembre, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) è lo spettacolo immersivo in realtà aumentata la cui anticipazione alla 78 a  Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha vinto il Leone d’Oro nella sezione “Venice VR
Expanded”.

Un’esperienza di trentacinque vertiginosi minuti che conduce lo spettatore a vivere fisicamente e virtualmente la storia ideata dalla stessa coreografa.
A cinque anni dalla scomparsa, il Festival dei Due Mondi rende omaggio alla coreografa newyorkese Trisha Brown, icona della post-modern dance. Il côté intellettuale era tutt’uno con l’evidenza fisica del corpo per la capofila di una generazione di artisti che ha dato un notevole impulso ai sommovimenti in grado di cambiare il corso del Novecento.

La creatività di Trisha Brown ha frequentato sperimentazione e avanguardia e, fin dagli esordi, “luoghi alternativi” al palcoscenico. A Spoleto, la Trisha Brown Dance Company riporta in scena Astral Converted e Working Title (1–2 luglio, Teatro Romano) insieme con gli abbacinanti Early Works (3 luglio, Palazzo Collicola).

Nuovi modi di raccontare la musica

Sempre più artisti si confrontano con l’esperienza musical-teatrale in un modo che ben difficilmente potrebbe essere considerato melodramma. Eppure il loro approccio sembra affermare che l’Opera vada cercata dappertutto. Mystery Sonatas / for Rosa (7–9 luglio, Teatro Romano) è il nuovo spettacolo di Anne Teresa De Keersmaeker coprodotto dal Festival diSpoleto con Rosas, De Munt/La Monnaie (Brussels), Concertgebouw (Bruges) e Dance Reflections by Van Cleef&Arpels. La rivoluzionaria coreografa si addentra nella ricchezza
mistica e geometrica delle Sonate del Rosario del compositore Heinrich Ignaz Franz von Biber – eseguite dall’ensemble barocco Gli Incogniti con la direzione musicale di Amandine Beyer – come era già successo con le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach o agli esordi di carriera con Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich.

Tratto dall’opera barocca Dido and Aeneas di Henry Purcell, lo spettacolo Le Crocodile trompeur (24–26 giugno, San Simone) dei registi Jeanne Candel e Samuel Achache intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale; gli attori, che sono anche ottimi cantanti e musicisti di cultura jazz, passano continuamente da un genere all’altro. Lo spazio scenico, liberamente ispirato al dipinto di Brueghel L’allegoria dell’udito, è al contempo simbolico e reale, mentre la musica di Purcell è volontariamente destrutturata, eseguita con la
direzione musicale di Florent Hubert che nel prologo-ouverture disvela, a guisa di personaggio menandreo, i temi sotterranei della rappresentazione.
Con la stessa attenzione per la musica, Jeanne Candel, con Caroline Darchen e Lionel Dra e la compagnia La vie brève, firma anche lo spettacolo Demi-Véronique (30 giugno–3 luglio, Auditorium della Stella), un’epopea musicale a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler, attratta dalla umanità sconfinata e al tempo stesso dalla amara ironia che la pervadono.

Mahler usa elementi appartenenti alla memoria collettiva come echi che evocano le profondità dell’anima. Tutto può rapidamente trasformarsi, come accade ai toreri con la figura della mezza veronica che dà il titolo allo spettacolo. Così, da una distruzione, un altro mondo in gestazione si ricompone.

Il Teatro

Del regista tedesco Thomas Ostermeier il Festival dei Due Mondi presenta lo spettacolo History of Violence (8–10 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), adattamento fatto con l’autore dell’autobiografico racconto di Édouard Louis. Un tentativo di comprensione delle forze sociali e politiche che plasmano e trasformano le biografie di coloro ai quali la società non dà spazio, da parte di uno dei massimi protagonisti teatrali del nuovo secolo che da sempre rifiuta
l’omologazione culturale del teatro con la consapevolezza che del teatro non si possa fare a meno.

Lo sguardo sulla nuova generazione di drammaturghi italiani riporta Leonardo Lidi al Festival di Spoleto, dopo il successo della sua Signorina Giulia. Il regista mette in scena Il gabbiano di Anton Čechov (7–9 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) e si confronta con un grande classico con la sensibilità volta al presente che da sempre contraddistingue i suoi lavori.
Drammaturgo, attore, regista e romanziere, Davide Enia ha vinto il Premio Maschere del Teatro 2019 come Miglior Interprete di Monologo per L’Abisso, spettacolo che ha contato centinaia di rappresentazioni. A Spoleto Enia arriva con Italia-Brasile 3 a 2 Il ritorno (1–3 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) e festeggia venti anni di carriera con il monologo del suo debutto teatrale avvenuto nel 2002.
Il programma completo della 65 a edizione del Festival dei due mondi sarà annunciato successivamente con una conferenza stampa dedicata. Tutti gli aggiornamenti su festivaldispoleto.com.

PROMOZIONI E INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA

Sarà possibile prenotare i biglietti per gli spettacoli a partire da martedì 11 gennaio alle ore 12:00 sul sito del Festival www.festivaldispoleto.com, tramite il Call Center al numero +39 0743 222 889 oppure presso i punti vendita autorizzati.
Tante le formule di accessibilità, con riduzioni dedicate ai giovani, agli ospiti delle strutture ricettive convenzionate e ai Residenti del Comune di Spoleto. Le modalità di acquisto, i prezzi e le riduzioni dei biglietti degli spettacoli sono consultabili sul sito del Festival.
Con la 65 a edizione il Festival intende rendere sempre più stretti e interattivi i rapporti con la propria community. Quest’anno sarà disponibile la DueMondi Card, che darà diritto ai suoi possessori di godere di sconti e di altre esperienze esclusive. Per gli iscritti alla newsletter, per i nuovi iscritti e per chi acquisterà un biglietto entro il 31 marzo, la DueMondi Card sarà gratuita. Per scoprire e partecipare a tutte le iniziative riservate è possibile registrarsi alla newsletter del Festival sul sito www.festivaldispoleto.com

Il Festival di Spoleto è promosso dal Ministero della Cultura, con il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Spoleto. È realizzato con il sostegno di Fondazione Carla Fendi, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Banco Desio e molti altri partner e sponsor tecnici.

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