UNA LITURGIA DA RINNOVARE

Non voglio certo mancare di rispetto a ricorrenze come quella di oggi 25 aprile. Anzi. Massima considerazione.

Solo che stamattina sono andato a seguire gli eventi che la città ha organizzato per tenere vivo il ricordo di quello che questa data significa per l’Italia e per noi tutti, ma mi sono annoiato.

Annoiato e pure parecchio. E non va bene.

Ho paura che seguire lo stesso meccanismo stanco, ripetendo le stesse cose ogni anno, e quando dico “stesse cose” intendo che sarebbe da evitare di leggere  senza nessuna partecipazione e con lo stesso tono spento, le stesse identiche parole di 12 mesi fa.

Le stesse parole, con lo stesso tono piatto e monocorde di uno che sta lì perché non è riuscito a trovare una scusa per non lasciarsi coinvolgere.

(Non vale per tutti gli oratori eh).

Mi piacerebbe che date come il 25 aprile e anche tutte le ricorrenze che segnano momenti fondamentali della nostra democrazia venissero rispettate come meritano.

Lasciamo stare il solito discorso di avvicinare i giovani a questi fondamentali pezzi di storia, un treno perso, ma che almeno non si allontanino quelle persone che ancora ci tengono.

Io oggi sono andato via qualche minuto prima della fine e mentre mi allontanavo ho incrociato sbadigli e persone che ciacolavano spesso tenendo addirittura le spalle al palco.

Basta. Urge cambiare liturgia. Per favore.

Ché mica è obbligatorio mettere in piedi una specie di funzione che arriva male male alle orecchie di chi viene chiamato a partecipare.

Rispettiamo il ricordo di chi con il proprio sacrificio ha lasciato la possibilità di mettersi su un palco in piazza, davanti ad un microfono per leggere (male) parole che non coinvolgono quanto dovrebbero.

Per me potrebbe bastare così.

Spero si capisca che ritengo offensivo verso il 25 aprile il comportamento che porta a questi momenti svuotati e che il mio sfogo nasce dal fatto che la data di oggi merita invece rispetto e considerazione altissima.

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