Come trasformare il viaggio a Spoleto in una esperienza positiva magari anche da ripetere?
Cosa si aspetta il turista che per qualche misterioso motivo ha deciso di spendere un po’ del suo tempo qua da noi?
Credo che qualunque visitatore in viaggio di piacere si aspetti di trovare una città ospitale, amichevole, piena di proposte, comoda.
Una città con cui entrare subito in sintonia.
Una città aperta ai visitatori, che dia l’impressione di voler essere vicina ai turisti e anche a chi capita qua per motivi di lavoro.
Qua da noi si mangia bene, l’aria è buona, le proposte artistiche non mancano come non mancano nemmeno le opportunità per muoversi a piedi comodamente per tutto il centro addirittura gratis.
Allora dove sta il problema?
Perché siamo sempre a cercare soluzioni per problemi che non esistono?
A mio avviso il problema vero è che manca una proposta organica.
Manca anche la disposizione degli spoletini ad accettare il turismo come risorsa economica del territorio. Manca forse pure un po’ di organizzazione oltre a piccoli accorgimenti che possono rendere migliore l’esperienza di chi viene qua da noi.
Che propongo?
Istruire gli spoletini (tutti) sulle ricchezze del territorio in modo che possano diventare ambasciatori consapevoli e rispettosi delle nostre bellezze nei confronti dei turisti.
Istituire un gruppo di operatori che possano accompagnare a piedi i turisti, magari riuniti in piccoli gruppi, raccontando durante la passeggiata fatti piccoli di vita normale in città.
Questi accompagnatori potrebbero ricevere un contributo dagli operatori turistici coinvolti. In alcune località turistiche d’Italia funziona così da anni.
Poi ci vorrebbero i bagni puliti e funzionanti. Presidiati perché vengano rispettati da chi li usa e soprattutto per tenerne lontani i vandali. E ce ne vorrebbero di più. Non serve costruirne di nuovi. Basterebbe accordarsi con i titolari di bar a cui consentire di far pagare l’utilizzo della toilette. Soldini da usare per pagare qualcuno che possa mantenere in efficienza i servizi.
Le panchine, adesso piene di muffa e con stecche mancanti, andrebbero sistemate, riverniciate, rese utilizzabili.
I Giardini andrebbero puliti e resi utilizzabili anche dai bambini senza rischiare di scivolare fra le deiezioni degli animali
Andrebbero aggiunti tavoli nei percorsi turistici per consentire a chi passa a piedi di poter godere di qualche minuto di riposo, leggere il giornale, spedire una mail, consultare la mappa della città.
Riattivare e pulire le fontanelle perché possano essere utilizzate da tutti.
Poi non ci starebbero male manco indicazioni turistiche comprensibili sia sui muri che nelle applicazioni del cellulare che ormai quasi tutti usano.
Parcheggiare senza l’assillo delle monetine, quindi pagando con un’app, pure questo non sarebbe male.
Chi vende beni e servizi, potrebbe cominciare a pensare che il turista è un bene da preservare che se rispettato può tornare e far girare un’economia sana.
Abbiamo un percorso meccanizzato con il tapis roulant più lungo d’Europa. Facciamolo sapere e soprattutto facciamolo funzionare tutto, non a pezzi.
Sarebbe pure da riparare le scale mobili ferme da troppo tempo.
Posizionare gli uffici di informazioni turistiche anche all’ingresso della città per suggerire a chi passa in auto sulla Flaminia, di fare una sosta qua.
Segnalare meglio i parcheggi e le tariffe che si applicano.
Informare chi visita la città, sugli eventi dei prossimi mesi in modo che chi vuole possa organizzarsi per tornare.
Potenziare l’informazione sulle opportunità turistiche coinvolgendo tutta l’Italia, ma anche l’estero. Far sapere che Spoleto è aperta tutto l’anno, non solo una decina di giorni in estate.
Chiedere agli amici stranieri che hanno deciso di vivere qua di raccontare la loro visione di Spoleto a chi conoscono lontano. Magari nominarli “Ambasciatori di Spoleto” in una cerimonia ufficiale alla presenza delle autorità spoletine.
Coinvolgere le guide turistiche che accompagnano i gruppi, con incentivi e aiutare i pullman a fermarsi senza problemi. Mettere in gioco le nostre guide locali (ce ne abbiamo di molto competenti) per scoprire la città.
Coinvolgere tutti gli operatori turistici per proporre servizi sempre più all’altezza delle aspettative dei clienti.
Informare gli spoletini con corsi di aggiornamento da tenere in bassa stagione e aiutarli ad apprezzare questo nostro ricchissimo territorio.
Programmare per tempo eventi, concorsi, cene, spettacoli e quanto altro possa servire a migliorare l’esperienza turistica.
Trovare il modo per ripopolare il centro storico di abitanti, ché il turista preferisce un centro vissuto bene a una Disneyland etrusco-longobarda.
Anche imparare qualche lingua straniera non ci starebbe male.
Conoscere un po’ la storia recente del Festival con i suoi personaggi.
Pure Don Matteo potrebbe avere parecchio a che fare con questa nuova offerta della città.
Programmare escursioni che solo noi possiamo offrire come le visite ai teatri, ai luoghi di Menotti e di tutti i personaggi che hanno bazzicato da queste parti.
Per concludere, non sottovaluterei nemmeno il valore dei viaggi che i nostri operatori potrebbero fare per capire come si comportano gli altri.
Bello e istruttivo un viaggio a New York, ma anche un giretto nella vicina e operativa Romagna, magari già basterebbe per avere spunti e certezze.
Insomma di cose da fare ce ne sarebbero pure troppe e come si vede dall’elenco (per forza incompleto) non sempre il problema è “solo” la mancanza di risorse.
Non sempre.