Eh sì, in teatro per augurare buona fortuna, non si dice “auguri” o “buona fortuna” o “in bocca al lupo“, o roba del genere.
Frasi di questo tipo vengono considerate addirittura portatrici di sventura.
Se dici “auguri” ad un attore o a un regista prima dello spettacolo, rischi parolacce se non peggio.
Nel mondo dello spettacolo si dice “merda”.
Sì proprio quella parola un po’ forte lì.
In Francia è “mèrde”. Un po’ più gentile ma il senso rimane quello.
E come mai si usa questo termine per dire “ti auguro che lo spettacolo vada bene”?
Questa è facile, la sanno un po’ tutti, ma la ricordo qua: questa abitudine nasce quando a teatro ci si arrivava in carrozza trainata da cavalli.
Tutti sappiamo che lo spettacolo funziona meglio quando c’è parecchio pubblico.
E in questo caso ci saranno anche tante carrozze per trasportare gli spettatori.
Parecchie carrozze, quindi parecchi cavalli perciò davanti al teatro si troveranno tante tracce organiche lasciate proprio dai cavalli.
Quindi tanta merda significa tanto pubblico, per cui spettacolo di successo.
Però c’è anche chi fa risalire questo augurio al gesto di un attore vissuto a Mantova tra il 1557 e il 1630.
Si chiamava Tristano Martinelli, a cui è attribuita l’invenzione della maschera di Arlecchino.
L’attore era molto amato dai Gonzaga e dai Medici ma anche da Enrico IV di Borbone che si convertì al cattolicesimo per poter salire sul trono di Francia.
Fu quello che disse “Parigi val bene una Messa”.
Si racconta che durante uno spettacolo, Tristano Martinelli, vestito proprio da Arlecchino, con un vaso da notte in mano, fece finta di farci i bisogni dentro.
Il vaso era stato precedentemente riempito di castagnaccio, un dolce toscano al cacao, che l’attore lanciò verso il pubblico gridando “Merda. Tanta merda per tutti che porta fortuna”!
Il gesto ebbe successo. Pure Enrico IV, presente in sala, si divertì molto e da allora dire “Tanta merda” porta fortuna.
Mentre tu scegli la versione che ti pare più probabile, io ti auguro “Tanta Merda”!