La graticcia è una struttura fatta di assi (morali) posizionata esattamente sopra il palcoscenico. Il nome ricorda una grata. una graticola. Non ci si cammina in maniera agevole, ma bisogna farlo con attenzione. Bisogna saperci camminare anche perché si sta ad almeno 10/12 metri dal piano del palco e anche in alcuni casi, molto di più.
Alla graticcia vanno appese le scenografie, i fondali, le quinte e tutte le parti mobili che durante lo spettacolo salgono o scendono.
Le scenografie vanno appese generalmente con delle corde, che scorrono in piccole carrucole che si chiamano “rocchetti”.
Quindi come si capisce, la graticcia deve sopportare pesi a volte anche molto importanti.
Proprio per questo il legno di cui sono fatte queste assi, i moraletti, dovrà essere resistente ma anche elastico. E poi quel legno dovrà anche consentire che ci si possano piantare i chiodi per fissare i rocchetti e non deve, il legno, avere effetto sull’acustica. Non ci deve rimbalzare il suono insomma.
Si capisce che non può essere un legno qualsiasi. Chi si è occupato della costruzione dei primi teatri d’opera, dal 7/800 in qua, deve aver fatto uno studio molto approfondito per arrivare a selezionare questo legno.
Si chiama “Prugno di Slavonia”.
Proprio un albero della famiglia di quelli che fanno le prugne. Quello di Slavonia in realtà non da frutti, ma è un alto fusto, quindi ci si possono ricavare legni delle dimensioni giuste per la costruzione della graticcia.
Il Prugno di Slavonia. Ma chi ci avrebbe mai pensato? Sapevi che esiste un legno con questo nome?
Nella foto una parte della graticcia del Teatro Nuovo Menotti di Spoleto.