Mi è presa la sindrome di Sherazade, quel personaggio che per salvare la testa dalla scimitarra del boia, inventa e racconta storie.
Quella di questo video non è inventata, come nessuna delle altre che propongo, ma dico la verità io non ho trovato alcun riscontro nel mondo reale del teatro, su quello che sto per dire.
Che come sappiamo il teatro è appoggiato sulle storie, ma vive anche una vita reale.
L’argomento è Toi Toi Toi, un augurio che si usa fare in teatro.
Beh, a me non è mai successo di sentire qualcuno che per augurare a un’artista “buona fortuna”, che come sappiamo porta male, dice Toi Toi Toi.
Pare che questo sia un augurio frequente nel mondo dell’opera, del balletto e della musica classica.
Boh, io di quel genere di spettacoli ne ho bazzicati tanti, ma di sto Toi Toi Toi nessuna traccia.
Però evidentemente esiste. C’è qualcuno che prima di andare in scena augura una buona riuscita con queste tre paroline magiche. Altro che il “merda” che auguriamo noi qua in Italia e dintorni.
Pare che tutto venga dalla parola yiddish “tov”, che letteralmente si tradurrebbe con “buono”.
Io ve la giro per come mi è arrivata. Si dice che una volta si pronunciasse questa formula sbattendo su legno e mimando il gesto dello sputare per allontanare gli spiriti maligni.
E Toi sarebbe anche il suono dello sputo, che ripetuto dovrebbe portare bene.
Adesso per fortuna non si sputa più, non si sbatte manco sul legno, ma secondo me non si dice manco Toi Toi Toi, però se tante volte ti dovesse capitare di sentirlo dire, almeno sai di che si tratta.
Toi Toi Toi… bah!