Adesso si va in tournée in macchina, se è molto lontano si prende l’aereo. Le compagnie meglio organizzate mandano i tecnici in giro a bordo di un mezzo privato, nelle tournée in Italia. Un pulmino o roba del genere, per arrivare in maniera più puntuale a teatro. Scordiamoci l’autista. Si guida a turno.
Diciamo comunque che ormai la norma, prima per gli attori e poi subito dopo anche per i tecnici, è diventata l’auto privata.
Gli orari non sono proprio gli stessi fra tecnici, trasportatori ed attori.
I trasportatori arrivano con il camion e cominciano a scaricare sul palcoscenico verso le 5 della mattina in modo che per le 8, quando arrivano i tecnici, ci sia già abbastanza materiale per cominciare il montaggio della scenografia, delle luci e la sistemazione dei camerini a cura della sarta di compagnia. L’amministratore che rappresenta la produzione, sta a disposizione per risolvere i tanti piccoli problemi che ogni volta si presentano.
Il custode apre e chiude il teatro facendo pure lui/lei, orari eroici.
Si va avanti a montare a ritmo sostenuto fino alla veloce pausa del pranzo, poi a stomaco pieno, si ricomincia il montaggio che continua a volte anche fino a pochi istanti prima dell’apertura del sipario per l’inizio dello spettacolo.
Nel pomeriggio i trasportatori in genere si riposano per recuperare le energie visto che poi, dopo lo smontaggio, dovranno caricare il camion e poi partire per la prossima piazza. Prossima città.
La città dove si recita si dice piazza. C’è stato anche chi “ci vediamo sulla piazza di Venezia” ha aspettato una giornata a Piazza San Marco, ma era un attore agli inizi.
Ricordo il nome suo e pure quello del suo fratello famoso che lo aveva raccomandato, ma non lo dico. Lo spettacolo era prodotto dal Teatro Eliseo. Il titolo era “Le Femmine Puntigliose”. La Regia era di Peppino Patroni Griffi. Uno spettacolone.
Poco prima dell’ora prevista per l’inizio dello spettacolo mentre continua il montaggio e le rifiniture, ecco gli attori che arrivano in palcoscenico. Quelli più scafati salutano e se ne vanno in camerino a prepararsi. Qualcuno manco saluta (succede spesso).
I più giovani schioccano le dita o battono le mani o fanno piccoli suoni con la voce verso la platea, per capire com’è l’acustica della sala. “Sa… sa… Prova… Ooohh. Sa… sa”
In genere dopo questo chiedono direttamente al tecnico più vicino: “…com’è l’acustica qui”? E poi subito dopo la domanda importante: “Dov’è il bagno”?
Dopo lo spettacolo e gli applausi, gli attori ricevono in camerino gli spettatori che vogliono congratularsi con loro intanto che si struccano, poi vanno a cena, gli attori e stanno seduti nel ristorante fino a tardissimo, parlando sempre dello spettacolo appena fatto.
Intanto i tecnici smontano, non vanno a cena, e alla fine dello smontaggio partono per la prossima piazza, mentre i trasportatori caricano tutto sul camion e poi partono anche loro. E il custode finalmente chiude la porta del palcoscenico se non c’è già pronto il prossimo spettacolo.
Più o meno funziona così. Una volta invece si viaggiava in treno. Le scenografie erano dei grandi dipinti su tela che venivano “armati” dal macchinista, cioè ci veniva costruita una intelaiatura di legno per tenere la tela tesa e poterla alzare in piedi.
Come le scenografie, anche i costumi viaggiavano nei bauli e nelle compagnie meno ricche, il macchinista, il tecnico che monta le scene, passava la notte di viaggio con una piccola incudine sulle ginocchia dove a martellate drizzava i chiodi storti per non buttare niente.
Pensa che goduria il rumore del martelletto tutta la notte per chi viaggiava negli scompartimenti vicini.
Adesso i chiodi storti si buttano, tranne qualcuno che, come sappiamo, porta fortuna. Le scenografie sono in genere costruite e pure pesanti.
Di luci, fonica, effetti speciali ce ne sono diversi bauli, ovviamente dipende dallo spettacolo, ma ormai fonici ed elettricisti hanno il loro bel da fare, mentre i macchinisti si fanno i muscoli montando scenografie sempre più impegnative.
Quando si arriva nella prossima città se c’è il tempo si passa qualche ora in albergo per recuperare le forze e per una doccia.
Alle 8 tutti pronti in teatro che si ricomincia.
Questo è il ritmo di quando “si va in debutti” cioè quando si cambia teatro ogni giorno.
Per le piazze lunghe è diverso. Ci si riposa e si fa una vita “normale” andando pure a cena e a dormire in ore potabili.
Queste informazioni vengono dalla mia personale esperienza come tecnico teatrale. Un’esperienza che potrebbe anche essere non uguale a quella dei tanti miei colleghi con i quali ho condiviso questo lungo ed entusiasmante percorso di vita.