I RETROPALCHI

Che cosa sono e per cosa servono i retropalchi?

Nei teatri d’opera, quelli a forma di ferro di cavallo con i palchetti, tanto per capirsi, esistono degli spazi di pertinenza del singolo palco.

Molti teatri sono nati dal contributo di famiglie e privati cittadini, che acquistavano il proprio palco e quello usavano ogni volta che andavano a teatro per assistere ad uno spettacolo.

Alcuni teatri si chiamano ancora “Sociale” significando che la struttura tutta fa, o faceva parte della proprietà di persone associate per la costruzione di questo centro di cultura.

Il proprietario del palchetto, aveva a sua disposizione anche un piccolo spazio, quello proprio davanti alla porta del palco, da utilizzare nell’intervallo. Il retropalco appunto. Lo stesso termine (retropalco) viene usato per descrivere la parte situata al fondo del palcoscenico. Quella dietro dietro, ma qui parliamo della stanzetta.

Era il periodo in cui i posti peggiori erano quelli in platea, dove a volte gli spettatori dovevano portarsi la sedia da casa. I benestanti invece avevano il palco di proprietà, arredato e comodo.

Il cambio scena fra un atto e l’altro, nel caso di un’opera lirica, in genere prendeva molto tempo che si ingannava con abbondanti pasti consumati proprio nel retropalco.

A teatro non ci si stava solo un’oretta.

Era un modo di vivere completamente l’esperienza del tempo passato a contatto con l’arte e la musica.

Un modo diverso rispetto a quello contemporaneo dove spesso ci si contenta anche della merendina consumata velocemente davanti ad una macchinetta nel foyer del teatro.

Vuoi mettere quelle belle pause unte a base di pollo e verdure e con un bel fiasco di vino e pagnotte spezzate con le mani?

Portare coltelli non sempre era possibile per motivi di sicurezza che a volte ci si infervorava per la tragedia e si rischiava di finire male.

Da lì, dalle pause a base di prodotti della enogastronomia locale, l’abitudine di lanciare pomodori maturi e verdure sul palco quando lo spettacolo non veniva abbastanza apprezzato.

Erano i primi oggetti a disposizione per mostrare diciamo “disappunto”.

Anche allora si poteva fischiare, ma vuoi mettere una bella pomodorata all’attore più cane degli altri?

Quando si dice “la partecipazione”.

Adesso lo spettatore la limita un po’ la sua partecipazione, ma dopotutto forse è meglio così no?

Il video registrato su Facebook sta qua

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.