Il mondo è cambiato molto velocemente e questo cambiamento ha travolto anche la possibilità di incontrarsi di persona.
Sarà stato il Covid, lo Smart Working, l’abuso di computer e cellulari, fatto sta che la piacevole abitudine di uscire in qualunque stagione per passeggiare e incontrare qualche amico, sta velocemente perdendo di significato.
In provincia, in posti piccoli come Spoleto e come tanti altri, questo cambiamento si soffre forse più che nelle grandi città.
Eh sì, perché mentre i grandi centri continuano ad offrire proposte aggregative, qua si sente la mancanza del centro dove passare un po’ di tempo e scambiare due chiacchiere.
Certo ci sono i bar ma non è la stessa cosa.
Certo c’è il cinemino, ma non è uguale.
C’è rimasto anche qualche eroico negozio, ma pure quello è cosa diversa.
Ci sono i centri commerciali, pure troppi, ma servono per altro.
Rimane il teatro che però fatica e non poco a recuperare il ruolo che aveva fino a qualche anno fa.
Nemmeno si può fare troppo affidamento sull’oratorio se è vero come mi dicono che pure quello pare un po’ sfilacciato.
Insomma questo nostro territorio dovrebbe cominciare a riflettere sul proporre strumenti di socializzazione e di aggregazione strutturati, creativi ed efficaci.
E questo servirebbe più ai giovani che agli anziani.
Centri dove si respirano proposte e anche qualche idea.
Centri dove condividere non la solitudine, ma la crescita.
Ce ne sarebbe bisogno ed è, a mio avviso, uno dei tanti lavori che sarebbero da fare ma che sono stati purtroppo lasciati indietro dal mondo che va veloce.
Magari però, questa riflessione potrà servire come spunto per la prossima campagna elettorale.
Magari.