La parola claque viene dal francese e la traduzione in italiano significa “colpo dato con il palmo della mano”.
L’applauso.
Claque è il nome che viene dato a quei professionisti che guidano gli applausi durante uno spettacolo teatrale.
Un mestiere che è nato in teatro appunto ed ha avuto il suo momento migliore in Francia verso la metà del 1800, ormai esiste quasi solo più in televisione oltre che nei maggiori eventi sportivi e musicali.
L’ultimo capo claque che mi è capitato di conoscere in attività, stava al Teatro Eliseo di Roma. Mi pare si chiamasse Franco ed era un signore maturo, distinto, dallo sguardo timido ma rassicurante.
Quando arrivava la compagnia teatrale, Franco si chiudeva in camerino con il responsabile artistico che in genere è anche il primo attore e segnava sul copione, tutti i momenti dove andava “lanciato” l’applauso.
In alcuni casi il pubblico ci arriva da solo, altre volte va guidato e per questo c’è il capo claque.
Quello dell’Eliseo veniva pagato con alcuni biglietti per lo spettacolo.
Lui li usava come voleva: li regalava ad amici e parenti, oppure li vendeva e il prezzo dipendeva da quanto lo spettacolo in questione era richiesto al botteghino.
Se poi era esaurito, aveva fatto Bingo.
Non può distrarsi il capo claque. Non può assentarsi. La sua missione è quella di coinvolgere più pubblico possibile.
Per fare questo può aiutarsi anche con commenti ad alta voce come “bravo” “bravissimo” e tutto quello che il suo ruolo e lo spettacolo consentono.
Adesso questo mestiere è rimasto praticamente solo negli studi televisivi ed è pertinenza di giovanotti scalmanati che dietro le telecamere si agitano davanti al pubblico con gesti ampi. Una specie di Tai Chi casereccio che ha sempre lo stesso scopo: scatenare l’applauso.
Un buon capo claque aiuta lo spettacolo ad avere il successo che merita.
Poi se lo spettacolo non vale, non c’è claque che tenga.
Si chiama claque anche quella o quelle persone che invece di applaudire fischiano o criticano lo spettacolo durante il suo svolgimento.
Pure questi, dopotutto, indirizzano a pagamento le reazioni del pubblico.
A volte è successo che l’applauditore professionale decida di non accettare l’incarico di sostenere perché già dal copione si capisce che non si può cavare sangue da una rapa.
In TV questo non succede mai, vista la grande percentuale di rape in circolazione.
La claque da un po’ di tempo oltre che in eventi sportivi e musicali, è usata molto anche in politica determinando il risultato di quella o quell’altra lista.
In teatro la claque scompare e in politica cresce.
Viva il teatro.