Intanto bisogna spiegare che cosa sono le brocchette:
Si tratta di piccoli chiodi particolari che hanno il fusto a sezione quadrata cuneiforme.
Questa forma serve per consentire una rapida estrazione dal legno dove sono piantati e una testa molto grande per aiutare il macchinista a trovarlo velocemente per rimuoverlo durante lo smontaggio della scenografia.
Vengono usati (oggi molto meno) per fissare le tele dipinte o le stoffe in genere, alle armature fatte di cantinelle.
Erano fino a poco tempo fa uno dei simboli della professione del macchinista teatrale che come sappiamo è il tecnico che si occupa del montaggio e dello smontaggio delle scenografie.
E questi chiodi, le brocchette, che stanno sempre in mano al macchinista, non potevano non essere utilizzati per passare il tempo durante le pause dello spettacolo.
Succede che fra un atto e l’altro di una rappresentazione, i tecnici debbano rimanere in attesa in camerino e allora si gioca “a brocchette”.
Funziona così:
I giocatori si mettono in cerchio. A disposizione hanno 3 brocchette a testa. Mani dietro la schiena. Si nascondono nel pugno chiuso con cui si gioca una, oppure due o anche tre brocchette.
Tutti i giocatori fanno lo stesso. Pugno chiuso al centro.
Il primo dice il numero che secondo lui corrisponde al totale delle brocchette nel pugno di tutti i giocatori.
Il secondo giocatore dichiara il suo numero che non può essere già stato detto e poi tocca al terzo e così via.
Chi ci azzecca vince ed esce dalla gara rimanendo a guardare come va a finire.
Il giocatore che rimane per ultimo perde e paga da bere a tutti.
Pare una scemenza come gioco, ma ha una sua strategia.
Tanto per dirne una facile facile, se quando rimangono solo due giocatori il primo a parlare dice che secondo lui il totale delle brocchette è 6 è evidente che lui ce ne ha tre nel pugno?
L’altro dovrà, quindi, per indovinare dire il numero che è la somma fra 3 e quelle che ha lui.
Ma il gioco è molto più fino di così.
Provare per credere che tanto giocare usando le brocchette è una romantica citazione storico–teatrale, ma si può fare anche con tre monete a testa, o con dei sassolini.
Però continuate a chiamarlo “gioco delle brocchette” please.