MUORE D’INFARTO ALL’OSPEDALE DI SPOLETO

Un settantenne ricoverato nella notte al Pronto Soccorso di Spoleto per un infarto.
Come sappiamo il cardiologo qua a Spoleto non c’è più di notte.

Serviva trasportare il malato a Foligno, ma pare non sia stato accettato a causa del referto che riportava un livello di gravità non abbastanza alto.
Questo almeno pare di capire dalle notizie fino qui arrivate. Pronto a smentire.
E così lo sfortunato 70enne, muore fra le braccia di una sanità non solo scarsa, ma come sembra di capire da questo caso, pericolosa.
Una condizione che ammazza.
Manca il medico giusto e per questo si può anche morire.
Chissà se questo territorio merita di finire così, fra la colpevole indifferenza di chi può operare scelte risolutive e quella di chi dovrebbe fare, ma fatica a decidersi.
È arrivato il comunicato del Sindaco che ho pubblicato QUA  e arrivano anche le dichiarazioni di chi si occupa di politica e fatica a risolvere.
Intanto la città perde una sicurezza costruita con anni di impegno dei cittadini, delle fondazioni, di tutti quelli che hanno contribuito a creare un ospedale funzionante.
È bastato poco, pochissimo per sbragare tutto.
Certo una parte della sanità privata potrà avere anche un incremento nei numeri, certo, ma quella pubblica, quella che ti cura anche se ti trovi nelle condizioni peggiori, quella che è garantita anche dalla Carta Costituzionale, soffre.
E i cittadini possono anche morire, oppure rivolgersi al privato dove magari muori lo stesso, ma in un ambiente molto più elegante.
Sarà ora di cercare una soluzione per Spoleto prima che gli animi si riscaldino troppo.
In genere non pubblico notizie di questo genere in questo gruppo, ma stavolta non se ne può fare a meno.
Servono soluzioni efficaci e veloci.
Chi è incaricato di risolvere si dia da fare subito, sennò si faccia da parte che cerchiamo qualcun altro.
Ah, dimenticavo: per completezza di informazione si stanno aprendo delle inchieste da parte di tante istituzioni eh!
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In latino:
Septuagenarius nocte in Pronto Soccorso Spoletano pro infarctu admittebatur.
Ut scimus, cardiologus Spoletanus noctu non adest.
Erat necessarium aegrotum ad Fulginium transportari, sed non visa est acceptatio causa indicis cuiusdam gravitatis non satis altae.
Hoc saltem ex nuntiis hic adlatis intellegitur. Paratus ad contradicendum. Ita infortunatus septuagenarius inter sanitatem non modo carentem, sed etiam, sicut hoc casu intellegitur, periculosam moritur.
Condicio morsifera. Medicus idoneus defuit et ideo etiam mori potuit. Quis scit an hoc territorium finem dignum habeat, inter culpabilem indifferentiam eorum qui remedia resolutionis adhibere possunt et eorum qui facere debent, sed delibera difficile.
Nuntius Praefecti advenit, quem hic PUBLICAVI et etiam declarationes eorum qui de politica occupantur et difficulter resolvere possunt. Interea urbs securitatem amittit, quam cives, fundationes, omnes qui operam ad hospitalis operationem dare contulerunt, aedificaverunt.
Parum satis fuit, paucissimum, ut cuncta collapsa sint. Certum est privatae sanitatis partem numeris incrementi potuisse habere, certum est, sed publica, quae etiam in gravissimis conditionibus curat, quae Constitutione garantitur, patitur.
Cives mori possunt, aut ad privatos accedere possunt ubi forsitan eodem moriantur, sed in ambiendo multo elegantiori. Erat tempus solutio Spoletanae quaerendi, antequam animi nimis accenduntur.
Frequentissime huius generis nuntii huius in gregorio non publico, sed hoc vice non potest esse. Soluciones efficaces et celeres requiruntur.
Qui solutionem dare debet, confestim conetur, alioquin secedat et alium quaeramus.
Ah, oblitus sum: ad completezzae informandi, apertae sunt inquisitiones ab multis institutis, euge!

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