Nella mia lunga e fortunata carriera di tecnico teatrale, ho avuto modo di incontrare un sacco di personaggi che hanno fatto la storia dello spettacolo non solo italiano.
Uno di questi è stato Nino Manfredi con il quale ho fatto due tournée al seguito di uno spettacolo che si chiamava “Gente di Facili Costumi”.
La regia era la sua, le scene ed i costumi di sua moglie Erminia.
Nelle lunghe serate passate insieme a tutta la compagnia, dopo lo spettacolo, Manfredi amava raccontare aneddoti della sua vita personale e professionale.
Oggi me ne torna in mente uno che trovo particolarmente divertente.
Un suo film “Per Grazia Ricevuta” era stato premiato al Festival di Cannes e Papa Woytila, chiese al regista, di poter organizzare una proiezione privata in Vaticano, dove ha invitato tutta la famiglia Manfredi.
Un invito prestigiosissimo che ovviamente fu accettato con grande piacere.
Saletta privata, buio, proiezione, poi i titoli di coda e gli applausi dei pochi presenti.
Alla fine, quando sia accendono le luci, si parla un po’ di questo film realizzato da una persona non credente, ma che ha sentito di affrontare il tema della fede.
Parlarne direttamente con il Papa a casa sua, è una fortuna che pochi possono vantare, ma che porta anche a una forma di sintonia e confidenza, grazie alla quale il Santo Padre si sentì di avanzare una timida proposta.
“Come lei saprà, in gioventù – dice il Papa – ho scritto delle poesie. Mi piacerebbe recitargliene qualcuna e sentire cosa ne pensa”.
“Ma certo Santità. È un vero onore per me”.
Il Papa legge. Silenzio alla fine della lettura.
“Beh, che dice, le mie poesie valgono qualcosa”?
La risposta di Nino Manfredi fu coraggiosissima:
“Santità, mo che s’è trovato questo lavoretto (il Papa) non se lo lasci scappare che come poeta mi sa che non farebbe troppa strada”.