IL CONTRAPPESO

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Tu lo sai che cos’è e per che serve il contrappeso o contropeso in teatro?

Si tratta di un sistema per sollevare carichi pesanti che hanno bisogno di essere mossi più di una volta.

Mi spiego meglio: se bisogna sollevare un’americana, così si chiama una barra dove sono appesi proiettori, piena di apparecchi illuminanti e cavi che la rendono estremamente pesante, forse non c’è bisogno di crearci un contrappeso.

Basterà che al momento di portarla all’altezza di lavoro ci si appenda alle corde in molte persone, magari anche dividendo il tiro per agevolare il lavoro e ci si dà da fare per portarla su.

Una volta arrivati alla quota giusta, l’americana se ne resta lì e ci si può risparmiare la costruzione del contrappeso che è un lavorone.

Se però la stessa americana durante un cambio scena dovesse venir mossa in su o in giù, magari anche “a vista” allora converrà realizzare un contrappeso per rendere agevole l’operazione.

Praticamente funziona così: all’oggetto da sollevare, per esempio l’americana che dicevo prima, o anche un elemento di scena particolarmente pesante, viene collegata una gabbia metallica. Un cestello dove verranno caricati dei pesi, tanti quanti ne servono per portare in equilibrio il tiro.

A quel punto, quando il peso dell’oggetto sarà equilibrato con quello della gabbia metallica a sua volta piena di pesi, basterà anche una sola persona per azionare il movimento.

Sotto la gabbia va fissata una corda di grande spessore, un canapone, che servirà per muovere tutta la macchina, quindi anche l’oggetto in scena. L’americana o quello che sarà.

Il contrappeso non si usa solo quando c’è da sollevare qualcosa di pesante, ma anche quando c’è da muovere un oggetto a vista ed il movimento non deve essere a scatti.

A me è capitato in uno spettacolo, di usare il contrappeso per rendere fluido il movimento di alcune piantane cariche di luci che salivano fino a sparire e poi rientravano in scena per permettere all’attore di giocarci davanti. In quel caso l’attore era Giorgio Albertazzi che si divertiva moltissimo a “prendere la luce” come si dice, guardando in faccia il proiettore a pochi centimetri di distanza.

Ovviamente parlo del teatro artigianale. Adesso si usano motori elettrici, ma la morbidezza e la sensibilità della mano del tecnico sono ineguagliabili quando c’è da azionare un contrappeso.

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