Parlando di elementi umili della scenotecnica, non si può dimenticare la schiacciòla.
Si tratta di un pezzo di cantinella della lunghezza di 20, 30, 40 centimetri circa, che viene usato per fissare a terra fondali, quinte, scene in genere.
Per collegare fianchi, spezzati, cioè pezzi di scenografia, per segnalare il punto esatto dove dovrà cadere la corda dalla soffitta, viene usata, la schiacciòla, pure per fare da spessore, insomma torna utile per tutti quegli utilizzi dove non basta il pezzo di spago, il chiodo, la toppa, lo scotch, la zeppa.
Pezzo di cantinella ho detto. Ricordo per chi non avesse visto la pillola video dove ne ho parlato, che la cantinella è un pezzo, una stecca di legno di abete dalle misure fissate: lunghezza 4 metri, sezione di 2,5 per 5 centimetri. Si usa per quasi tutto in palcoscenico. Quasi tutto.
La schiacciòla invece manco le misure fisse ha, se non quelle della sezione. Quindi 2,5 per 5 centimetri.
Ma allora vogliamo parlare anche della ciapparìna?
Si tratta di una specie di morsetto che si usa per tendere orizzontalmente un fondale. Questo elemento di scena, il fondale, viene appeso in soffitta con delle corde, fissato a terra con cantinelle, stangoni o appunto schiacciòle, o pesi e tirato lateralmente da corde fissate alle ciapparìne. Quando si ha fretta la ciapparìna è fatta da due semplici schiacciàle inchiodate, mentre quando si ha tempo a disposizione, si fabbrica un morsetto con legno di compensato o multistrati, vite e spessori che intrappolano la tela in modo che non scivoli via quando si tende.
Poco prima dell’inizio dello spettacolo, la tela del fondale tenuta in tiro dalle ciapparìne, viene spruzzata con acqua in modo da facilitare la tensione di tutto il tessuto che reagisce all’umidità compattandosi.
Quindi schiacciòla e ciapparìna. Due piccoli fondamentali elementi della scenotecnica.
Buonasera maestro, sto diventando macchinista, lo faccio con amore da pochi mesi. Da noi a Verona la ciapparina è come chiamiamo la carrettiera, le risulta qualcosa del genere?