UN ELENCO INCOMPLETO E LE LUCI DI NATALE

Fare un elenco delle necessità del nostro territorio non è cosa facile.

Un po’ perché i problemi che abbiamo noi sono per la maggior parte anche quelli di tutta l’Italia. Un po’ perché in questi giorni di festa, è facile distrarsi.

Ma come possiamo noi qua a Spoleto, a non pensare alla crisi della sanità data dall’impoverimento dell’ospedale San Matteo degli Infermi?

Come possiamo non riflettere sulla ormai storica mancanza di proposte lavorative per i giovani che sempre più spesso si vedono costretti a cercare lontano da qui gli strumenti per crearsi un futuro?

Anche la situazione edilizia avrebbe bisogno di un intervento attento e preparato.

Il centro storico poi, potenziale volàno di quell’economia che fa capo al turismo, è da troppo tempo poco abitato e svuotato delle attività commerciali e artigiane che ne disegnavano il carattere.

Anche sui problemi delle scuole ci sarebbe da intervenire di più.

Potenziare la forza di Spoleto nel mondo della cultura perché ormai lo sappiamo che il Festival potrebbe non bastare più.

Sostenere e difendere con forza quello che abbiamo, come per esempio il Teatro Lirico Sperimentale che da tempo galleggia sempre lì e trovare anche idee nuove.

Usare la forza e la fantasia dei cittadini giovani e anche di quanti pur non essendo spoletini, amano questa città ed hanno le competenze per aiutarci a migliorare.

Sostenere il mondo del commercio che si trova da solo a fronteggiare l’attacco violentissimo di internet, senza adeguati strumenti, preparazione, studio.

Anche lo sport potrebbe essere più sostenuto perché come sappiamo, pure quello ha un valore di inclusione, di comunicazione, un valore turistico, economico.

C’è chi pensa che potremmo dire la nostra anche in quello che si chiama turismo religioso, con i sentieri che attraversano le nostre zone e con quello che storicamente ha sempre significato Spoleto e lo spoletino compresa la Valnerina.

Oltre gli insediamenti degli eremiti siriaci sul Monteluco, qua a Spoleto, nel 1232 è stato canonizzato addirittura Sant’Antonio. Quello “da Padova“.

Nel Duomo di Spoleto, è conservato il pannolino originale di Gesù Bambino, riconosciuto da Papa Alessandro III che lo garantisce autentico in un attestato del 1175, emesso durante il suo pontificato.

E poi l’associazionismo lasciato anche quello a fare quello che può.

Del turismo in senso stretto non ne parliamo nemmeno perché troppo ci sarebbe da dire su quanto serva costruire un progetto completo e che guardi al futuro.

Non sarebbe nemmeno male spegnere la passione che da sempre abbiamo di allestire il nostro piccolo altarino spogliando quello di altri.

Insomma di progetti da sviluppare e di idee da far crescere secondo me ce ne sarebbero tante. Molte di più di quelle raccolte in questo piccolo elenco incompleto.

Un po’ si è fatto, altro si farà, ma non basta mai e ogni tanto ce ne rendiamo conto.

Le necessità del territorio sono così numerose che non dovremmo manco avere il tempo di metterci a guardare le città e i paesi vicini e fare confronti.

Ecco, alla luce di tutto questo, francamente le luminarie di Natale, mi sembrano un problemuccio di cui non vale la pena preoccuparsi.

O meglio, non vale la pena preoccuparsi troppo di questo visto che di urgenze ce ne sono tante altre e da come procediamo pare che fare troppe cose tutte insieme non faccia parte delle nostre “skill“, del nostro DNA.

Non siamo “multitasking” insomma. Vuol dire essere capaci di fare contemporaneamente più cose diverse fra loro. Un’abilità che spesso mostrano le donne più degli uomini.

Insomma le luminarie di Natale quando si accendono, belle o brutte che siano, proiettano una luce festosa sulla città, ma ci vuole che ci sia qualcosa da illuminare, da sponsorizzare, da comunicare. Qualcosa da proporre che sposti in avanti le sorti di Spoleto.

Sennò parlare solo delle luminarie rimane un esercizio, assolutamente legittimo, ma che a mio modesto avviso non guarda con la giusta attenzione allo sviluppo.

E in questo senso, noi qua a Spoleto potremmo fare molto di più e meglio. Ormai dovremmo aver acquisito la competenza per farlo.

E sarebbe bello che ci si impegnasse tutti. E non solo a chiacchiere.

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