Fatico un po’ a capire le dinamiche che si muovono intorno ad elezioni, nomine e amministrazione del paese.
Provo a spiegarmi meglio:
Siamo abituati alle campagne elettorali, peraltro infinite, che vedono protagonisti politici, quasi sempre gli stessi o almeno con caratteristiche simili fra loro, che dalle solite tribune proclamano programmi, intenzioni e altro, con l’evidente unico scopo di ottenere il massimo dei voti.
Chi acchiappa più voti di tutti, vince il titolo e quindi il diritto a governare.
Spesso si rilasciano dichiarazioni, in campagna elettorale, che si sa non sarà possibile mantenere una volta al governo, ma non mi risulta che ci siano leggi che vietano di raccontare fregnacce durante i giri promozionali in tv, radio, nelle piazze.
Comunque alla fine di tutto questo gran circo qualcuno vince perché più bravo degli altri a presentarsi. E per questa qualità ottiene più voti di tutti.
E allora chi raggiunge il massimo risultato viene quasi in automatico, incaricato di amministrare la cosa pubblica.
Ma che c’entra? Come si fa a scegliere per un lavoro importante come quello di gestire la vita di tutti noi quello che è stato bravo solo a chiacchiere, magari anche stracondìte di bugie?
Quando è successo che questi personaggi ci hanno convinto di avere le qualità per amministrare il presente e soprattutto il futuro di tutti noi?
Un po’ come vediamo che succede in provincia. Spesso la Giunta di un qualsiasi comune viene formata dalle persone che sono state capaci di portare più voti al candidato sindaco.
Non da chi ha un progetto, un’idea e magari anche le capacità di portarli a termine, ma solo da chi ha acchiappato più voti fra le conoscenze che vanta.
Ecco, io questa dinamica fatico a capirla.
Ecco.