Non mi sento alla moda. Proprio per niente. Per la verità manco ci tengo.
Non indosso il berrettino da baseball. Nemmeno girato con la visiera dietro.
Non ho nemmeno il cappello da dj maturo che è stato una settimana in vacanza a New York. Quel cappello che credo si chiami “trilby“.
Non ho la pelle scarabocchiata da tatuaggi che riportano nomi, albe, àncore, farfalle, animali misteriosi, simboli tribali, ragnatele, frasi celebri, leoni ruggenti, palloncini, svastiche, fiori, teschi, draghi, pugnali, pistole, manette, date di nascita, lupi, uccelli, pesci, rose, frecce, citazioni, alberi, stelle, simboli religiosi, politici, orsi, gatti, unicorni, navi, velieri, bussola, occhio, montagna, elefante…
Niente scarabocchi insomma.
Non uso intercalari tipo “come dire” “al netto di” o roba del genere.
Non gioco a Padel.
Non ho mai assistito ad una partita di calcio di serie A dal vivo. Allo stadio.
Non indosso scarponi pesanti, con i lacci penzoloni in estate e scarpette “fighe” (con la G) ma leggére in inverno.
Non tiro su il cappuccio della felpa se non piove o se non è troppo freddo. Lo lascio appoggiato dove cade normalmente.
Non uso bandane.
Niente sigaro in bocca, né orecchino.
Cerco di non dire “ni“, ma “sì” oppure “no” a seconda di quello che serve.
Non sono diplomatico. Gentile sì, diplomatico no quindi inadatto alla politica.
Non ho una jeep né una moto enorme. Ho una vecchia vespetta rossa.
Quando guido non uso il clacson. Non mi viene naturale. Sulla mia macchina è stato rotto, non funzionante, per anni e non ne ho avvertito la mancanza.
Non sono molto amico dell’aria condizionata. Nemmeno in macchina dove preferisco, quando possibile, il finestrino aperto.
Se qualcuno sui social offende, si rivolge a me in maniera arrogante, violenta, saccente, non ci perdo tempo a discutere. Lo banno subito.
Cerco di indossare pantaloni della lunghezza giusta secondo il mio gusto, non quelli che lasciano scoperta tutta la caviglia.
Solo a pensarci di indossarli in inverno, i pantaloni a zompafosso, mi vengono i brividi. Pure per i pedalini fantasiosi ho qualche avversione.
Non indosso nemmeno pantaloni a bracaloni che lasciano scoperto mezzo culo.
Le mutande le tengo dentro i pantaloni e non che escano un palmo sopra la cintura.
Ho le bretelle al posto della cintura. Quando hai un po’ di pancia le bretelle danno molta più sicurezza.
Non esibisco bottiglie di birra mentre passeggio.
Ascolto la musica che mi piace, solo quando mi va di farlo.
Leggo un libro perché mi piace o penso che mi possa piacere.
Faccio la raccolta differenziata e smaltisco i rifiuti buttandoli quasi sempre nel bidone giusto.
Non fumo sigarette, tabacco, erbe, pipa. Ma non fumo nemmeno quelle cose che ti costringono a succhiare dentro una scatoletta e poi sbuffi una nuvola di vapore più o meno puzzolente.
Non uso polveri sottili che tirano su. E nemmeno quelle che buttano giù.
Indosso occhiali da sole solo quando la luce è troppo forte, in genere all’aperto. Non in luoghi chiusi, negli uffici, nelle stanze buie.
I tatuaggi non mi piacciono e non capisco perché bisogna pagare, in alcuni casi pure parecchio, per ricamarsi addosso frasi come quelle che si scrivevano una volta sul diario di scuola.
Da qualche parte ancora ce l’ho quei vecchi diari.
Rileggo le frasi che mi piacevano allora e penso che averle adesso scritte sulla pelle senza la possibilità di toglierle, mi farebbe tristezza.
Fumare: rischiare il cancro a pagamento e puzzare a volte pure parecchio.
I fumatori sanno che non è oro quello che hanno in bocca le ore del mattino.
In macchina non sento l’esigenza di correre troppo se non serve.
Non sono abituato a sgommare, a mandare a cacare (con la C) l’automobilista vicino, o a scattare al semaforo.
Non pubblico forsennatamente frasi di personaggi famosi sui miei profili social.
Non do consigli di vita su come comportarsi. A nessuno. Ne accetto ma con moderazione.
Faccio quello che mi sento di fare senza che ci sia qualcuno che mi debba indicare cosa è più “ganzo” (non si dice più vé?)
E nonostante tutte queste cose che non faccio, non mi sento a disagio.
Fuori moda? Vabbè! Non me lo scriverò comunque sulla pelle.
Dice: “… che vitaccia che fai eh“? Sì, triste, noiosa ecc.
Però ho anche qualche difetto.
Spesso esagero con la fantasia.
Ecco.