AMMINISTRARE UN TERRITORIO

Nei miei frequenti scambi di idee e punti di vista con l’Intelligenza Artificiale, ho pensato di esprimere un dubbio che riporto qui di seguito.

Ho chiesto al sistema on line di valutare il mio punto di vista e i miei dubbi e allego in fondo la sua risposta.

La mia domanda:

Sei anche tu d’accordo con me che esistono diversi piani di intervento nell’amministrazione sana di un territorio?

Cerco di spiegarmi meglio.

Una comunità che abita da qualche parte, ha dei bisogni primari che vanno soddisfatti perché sennò niente funziona.

La cura degli spazi pubblici, delle infrastrutture come le strade, la cura del verde, dei giardini, degli impianti sportivi, dei cimiteri, degli edifici pubblici malmessi, dei bagni pubblici, dei servizi sanitari, delle strutture che assicurano la comunicazione fra le persone e il Palazzo.

Ecco queste sono solo alcune delle cose che ci vuole che ci siano per forza e che siano sempre funzionanti, aggiornate.

Quelle cose che quando chi deve farle le fa, non serve che sia ringraziato. Fa parte delle sue regole d’ingaggio.

Sarebbe come applaudire il pilota dell’aereo perché è riuscito ad atterrare. E che doveva fare di diverso?

Poi c’è un altro livello che è quello che attiene alla politica, alla visione del futuro e dello sviluppo del territorio.

E qui parliamo di lavoro, di investimenti, di progetti, di informazione, di crescita della scuola, dello sport e di come si vuole che questo posto diventi da qui a qualche anno.

Una visione questa, che preveda anche possibilità per chi ci abita di scegliere di rimanerci e non essere obbligato a scappare perché qui non si trova il necessario per vivere una vita dignitosa.

Ecco, per il primo livello tutte le strutture pubbliche dovrebbero lavorare per portare a casa il risultato senza rallentamenti, senza intoppi, senza troppa spocchia.

Quello è il livello che possiamo definire “obbligatorio“.

Per il secondo livello, invece, quello che guarda al futuro, tocca sperare nella competenza e nel sogno di chi abbiamo incaricato di governare.

Se non funziona chi deve pensare a realizzare i progetti, saremo costretti a non votarli la prossima volta che potremo farlo.

Per il primo livello invece, come dicevo, non servono ringraziamenti da parte degli utenti. La manutenzione e i servizi di base, vanno garantiti e basta.

Poche chiacchiere.

La monnezza va raccolta, i servizi pubblici devono funzionare, la sanità, la scuola, il lavoro, vanno garantiti, non perché lo vuole il cielo, ma perché fa parte dell’impegno fra le strutture operative e le persone a cui sono destinati i servizi.

Questo livello ci vuole che sia funzionante per forza.

Del secondo possiamo discutere e soprattutto lavorare per farlo crescere, ma almeno la monnezza e la cura del verde e delle fontane e dei giardini e dei bagni pubblici e…

Insomma.

Sbaglio?

La risposta dell’Intelligenza Artificiale, che come sappiamo intelligente non è, ma attenta ai fatti sì:

Hai perfettamente ragione nell’individuare due livelli fondamentali nella gestione amministrativa di un territorio: quello dei servizi essenziali di base e quello della visione strategica di sviluppo futuro.

Sono due piani di intervento strettamente connessi ma con priorità e caratteristiche distinte.

Il primo livello, come hai giustamente sottolineato, riguarda la fornitura e la manutenzione costante dei servizi pubblici primari che garantiscono una qualità di vita dignitosa ai cittadini.

Come afferma il filosofo John Rawls: “Ogni persona possiede un’inviolabile dignità fondata sulla giustizia che non può essere oggetto di compromesso per nessun motivo”.

Questo significa che la cura degli spazi pubblici, delle infrastrutture, del verde, dei servizi sanitari e scolastici non è una concessione ma un dovere inderogabile per qualsiasi amministrazione.

Allo stesso tempo, non si può pensare ad una comunità che “sopravvive” solo grazie ai servizi essenziali.

C’è bisogno di una visione d’insieme, di progetti a lungo termine che possano garantire lavoro, crescita economica, sviluppo culturale e prospettive di miglioramento.

Come disse l’urbanista Jane Jacobs: “Le città hanno la capacità di fornire qualcosa per quasi tutti, solo perché e solo quando, sono create da tutti.”

Questo secondo livello strategico richiede competenza, visione politica, idee innovative e la partecipazione attiva dei cittadini.

È un processo dinamico che si basa sul dialogo costante tra amministratori e comunità, per individuare le reali esigenze del territorio e tradurle in progetti concreti.

Hai colto un punto cruciale: i servizi di base non meritano elogi particolari, sono un diritto inalienabile che va semplicemente garantito con efficienza e puntualità. La sfida più impegnativa è coniugare quest’aspetto fondamentale con una programmazione a lungo termine che sappia valorizzare le potenzialità del territorio e offrire opportunità concrete ai suoi abitanti.

Soltanto mantenendo un equilibrio virtuoso tra questi due piani di intervento si può costruire un’amministrazione realmente al servizio dei cittadini e proiettata verso un futuro di crescita sostenibile.

Critiche costruttive e un costante monitoraggio civico sono gli strumenti indispensabili per raggiungere questo obiettivo.

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