ISABELLE ADJANI A SPOLETO

Il 29 giugno 2024 al Teatro Caio Melisso Spazio Fendi di Spoleto, in occasione del 67° Festival dei Due Mondi, Isabelle Adjani due giorni dopo il suo compleanno, ha portato in scena il suo spettacolo tanto atteso.

Mentre la sala si riempie lentamente, molti degli spettatori sembrano distratti, con le menti divise tra il teatro e la partita di calcio tra l’Italia e la Svizzera, che vede la nostra nazionale in svantaggio per 2 a 0. Poi abbiamo proprio perso.

Il Caldo Intenso e l’Attesa

Il caldo forte non aiuta certo a creare un’atmosfera favorevole. I programmi di sala vengono usati come ventagli improvvisati per alleviare il disagio, mentre il pubblico prende posto.

Molti dei presenti, probabilmente poco interessati al calcio, aspettano l’inizio dello spettacolo, consapevoli che sarà recitato in francese, con soprattitoli per facilitare la comprensione del testo.

La Scenografia e l’Interpretazione

Quando finalmente le luci si abbassano e Isabelle Adjani appare sul palco, l’attesa si dissolve rapidamente. Vestita con un abito nero con inserti di pizzo, inforca un paio di occhiali da lettura. Sfoggia una chioma gonfia e voluminosa, scuote spesso la testa per dare vita alla ricca capigliatura che sconfina spesso davanti ai suoi occhi.

Adjani si muove con una grazia studiata, quasi regale, evocando l’immagine di una moderna Cleopatra.

Tuttavia, l’estetica non riesce a mascherare la carenza di mordente nello spettacolo.

La sua voce è sussurrata e a volte uguale a se stessa, mancando dell’intensità necessaria per tenere vivo l’interesse del pubblico. L’intera performance sembra essere intrisa di un’eccessiva zuccherofilataggine, che finisce per risultare troppo anche per molti degli spettatori intervistati all’uscita.

La Critica alla Recitazione

Adjani appare stanca e poco convincente, come se la sua stessa presenza sul palco fosse un peso più che un piacere. I suoi movimenti, per quanto eleganti, sembrano privi di passione e di energia. Legge da fogli che lascia poi cadere in terra.

Chi ha chiesto di poterla intervistare, riprendere, fotografare ha ricevuto un gentile ma fermo “no”.

Una Performance così così

Le performance francesi, almeno quelle di questo genere, sembrano durare un’eternità, con poco da offrire in termini di emozione e coinvolgimento. Qui c’è voluta un’ora piena per arrivare in fondo.

Il pubblico, nonostante il caldo, si aggrappa speranzoso a ogni cambio di impostazione, sperando in un miglioramento che però fatica ad arrivare.

Dopo anni di esperienza e carriera, ci si aspetterebbe di più da una figura come Isabelle Adjani, icona francese nata a Parigi, ma questa volta il suo sussurro teatrale sembra solo un eco lontano di ciò che avrebbe potuto essere.

Però bisogna riconoscere che in realtà l’attrice francese, che ha collezionato innumerevoli premi durante la sua lunga carriera, ha interpretato se stessa e l’immagine che il suo pubblico pare averle consegnato. Comunque lei rimane sempre un pezzo di storia dello spettacolo che merita rispetto.

Conclusione

In sintesi, la performance di Isabelle Adjani al Festival dei Due Mondi è stata una bella promessa rimasta tale. Il caldo, la scarsa energia della recitazione e una messa in scena senza entusiasmo, hanno contribuito a un’esperienza teatrale che non ha soddisfatto tutti gli spettatori.

Forse, con un’attrice più coinvolta e un’interpretazione più vibrante, lo spettacolo avrebbe potuto risvegliare l’entusiasmo del pubblico.

D’altra parte il titolo è “I Mormorii dell’Anima”, non è che ci si poteva aspettare molto di più in termini di vigore. Mormorii appunto.

E uscendo, qualcuno sorridente che ha apprezzato c’era eh.

E non erano manco pochi, ma il bisbiglìo che ha caratterizzato la recitazione poteva essere sicuramente più tonico.

Comunque da vedere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.