Per la Treccani è “Il divo più amato”
Marcello Mastroianni, nato a Fontana Liri il 28 settembre 1924 e morto a Parigi il 19 dicembre 1996, è considerato il divo più amato del cinema italiano del dopoguerra.
La sua formazione teatrale sotto Luchino Visconti e la collaborazione con Federico Fellini lo hanno reso celebre, partecipando a circa 150 film diretti da grandi registi.
“Ricordo quando incontrai Visconti alla stazione Termini – dice Mastroianni – dove avevamo appuntamento. Gli dissi: Però che classe eh maestro. Le valige firmate LV Luchino Visconti”.
“È Louis Vuitton. Somaro” mi rispose lui.
Mastroianni esordì nel cinema nel 1948 con “I Miserabili” di Riccardo Freda e proseguì con ruoli da giovane ingenuo in film come “Una domenica d’agosto” (1950) e “Le ragazze di Piazza di Spagna” (1952). La svolta nella sua carriera arrivò con “Peccato che sia una canaglia” (1954), il primo di undici film con Sophia Loren.
Iniziò con una particina in teatro per sostituire un suo amico Benito Carta, che era stato costretto dalla famiglia a scegliere la carriera in banca.
Benito passò a trovare Marcello in camerino al Teatro Nuovo di Milano, durante la sua ultima tournée.
Lo accompagnai io in camerino facendo una forzatura vista la condizione di salute di Mastroianni e fu emozionante assistere a quell’incontro dopo anni.
Nel frattempo Benito aveva fatto in tempo a raggiungere il ruolo di Direttore Generale della BNL, poi abbandonato per tornare anche lui a recitare.
Mastroianni lavorò frequentemente con Ettore Scola in film come “Una giornata particolare” (1977) e “La terrazza” (1980). Il suo momento magico coincise con il successo di “La dolce vita” (1960), seguito da “8 1/2” (1963), in cui diventò il “doppio” di Fellini.
Negli anni Settanta, Mastroianni intensificò l’attività nel cinema francese e divenne compagno di Catherine Deneuve, con cui ebbe una figlia, Chiara.
Ma Flora (la moglie di Marcello, come l’ha presa questa “scappatella” con la Deneuve? Gli chiesi io un giorno mentre si chiacchierava in camerino: “Non ne abbiamo mai parlato” è stata la sua risposta.
Collaborò con registi come i fratelli Taviani e Giuseppe Tornatore. La sua carriera teatrale si concluse con “Le ultime lune” di F. Bordon.
Candidato tre volte all’Oscar, vinse due volte il premio per il miglior attore al Festival di Cannes. La sua vita e carriera possono essere riassunte con una citazione di “La dolce vita”: “Marcello, come here!” poiché, come il personaggio di Marcello Rubini, ha sempre catturato l’attenzione del pubblico.
Alla fine della sua carriera decise di tornare al teatro interpretando il vecchio professore di “Le Ultime Lune” di Furio Bordon.
L’ultima recita fu al Teatro Diana di Napoli. Non ce la fece a terminare la tournée a causa dello stato molto avanzato della sua malattia.
Il giorno dopo la recita siamo andati (c’ero anche io) a pranzo da Ciro a Mergellina, poi Mastroianni è volato a casa sua a Parigi dove ha terminato la sua lunga e intensa parabola su questo pianeta.
Aveva 72 anni.