Festival di Spoleto numero 67.
L’ autore e protagonista dello spettacolo in programmazione fino al 7 luglio all’Auditorium della Stella, ci racconta di aver cominciato a farsi venire l’ idea del testo quando gli è capitato per le mani uno scritto di Jorge Luis Borges.
Il grande autore argentino nato come Enia a Palermo, solo che per il primo si tratta di un quartiere di Buenos Aires, quello più popoloso, mentre per il secondo Palermo è il capoluogo della Sicilia.
Una città in Italia e l’altro posto “quasi alla fine del mondo” come direbbe il Papa, però il nome ci sta.
Borges nel suo scritto, raccontava la storia di un pittore che aveva deciso di dipingere tutto.
Le strade, i palazzi, le piante, le foglie, i fiori, gli occhi delle persone, gli abiti, gli orizzonti, le auto, i panorami… insomma tutto proprio tutto.
E mentre continuava con la sua opera, il pittore pensò di avvicinare questi dipinti.
Metterli insieme su un grosso piano. E si accorse che tutte queste opere, insieme formavano i tratti del suo viso.
Con le rughe, le imperfezioni… tutto.
Da qui l’ idea di raccogliere i suoi ricordi e quelli dei suoi conterranei per metterli insieme in modo da formare il suo AUTORITRATTO che è il titolo dello spettacolo.
Torna con i ricordi di bambino a scuola, a quando vede per strada il suo primo morto ammazzato, fino al cambio del mondo arrivato con gli omicidi di Falcone e Borsellino, passando per l’infame omicidio di Giuseppe di Matteo, bambino disciolto nell’acido.
Una storia intensa e appassionata che il pubblico ha seguito con il fiato sospeso.
Alla fine tanti applausi e come si usa ora, una meritata standing ovation.