POCO DA DIRE

Mi capita da un po’ di tempo di incontrare persone che hanno fatto per tutta la vita lo stesso lavoro.

Uno di quegli impegni per cui non serve viaggiare anzi.

Ecco, ho notato che molte di quelle persone hanno due, al massimo tre argomenti di conversazione.

Si sceglie fra la famiglia con “i miei figli sono dei geni“, oppure si parla di sport, di caccia, di motori, di calcio, di donne, ovviamente del loro lavoro e poco, pochissimo altro.

Per intrattenere una conversazione con queste persone, di argomenti bisogna sceglierne al massimo un paio. E se tu interlocutore non ne sai niente, meglio ancora perché lasci spazio a lui.

Ah, poi c’è anche la sezione barzellette ovviamente.

Tutte semplici, vecchie, spesso zozze, che finiscono immancabilmente con la risata forzata e le gomitate di complicità di chi le racconta.

Un po’ come succede in quelle trasmissioni TV dove la regìa manda risate e applausi registrati per far capire a noi pubblico come comportarci.

Persone buone quelle che incontro, ma che non sanno di cosa parlare se esci da quei due o tre argomenti.

E comunque se tu provi ad uscirne, loro ti ci riportano velocemente.

Tu parli di qualcosa di sconosciuto?

Ah sì, anche mio figlio quello che sta adesso con la moglie a xxx me ne parlava. Lui sostiene che…

Questa cosa succede anche quando si incontra un esperto di argomenti noiosi.

Stessi meccanismi. Un bagno di sangue.

Sicuramente anche io mi comporto così,  pure io giro sempre intorno agli stessi argomenti, ma ho la presunzione di credere che i miei spunti grazie anche ai tanti viaggi fatti, prima con il teatro, poi con l’organizzazione proprio di viaggi in maniera professionale, siano più  interessanti.

Insomma mi percepisco piacevole oltre che giovane, magro e modesto.

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