Il filosofo canadese Alain Deneault, nel suo libro La Mediocrazia, descrive una “rivoluzione silenziosa” che ha portato al trionfo del conformismo e dei mediocri al potere.
Deneault osserva che la mediocrazia, pur senza violenza o eventi eclatanti, ha preso piede, con il conformismo che domina ogni ambito della società.
La mediocrazia premia chi si uniforma, chi accetta la logica delle grandi multinazionali e della governance, riducendo la politica a un mero strumento di gestione economica.
Questo sistema genera malessere sociale e una dittatura “soft” delle norme, dove chi non si conforma viene emarginato. L’estremo centro, come lo definisce Deneault, cancella le differenze ideologiche tra destra e sinistra, presentando un’unica visione del mondo a vantaggio delle élite economiche.
La mediocrazia si manifesta anche nell’ascesa degli “esperti”, che invece di sfidare il potere, ne diventano sostenitori.
Deneault conclude che solo l’unione di coloro che rifiutano questo sistema potrà portare a movimenti di resistenza, come dimostrato da Occupy o le Primavere arabe.
Link all’articolo originale: La Repubblica, Anais Ginori, 2017