Pochi giorni fa, una trasmissione televisiva ha reso note delle magagne nella vita privata e professionale della famiglia del Vice Presidente del Consiglio, il ministro Di Maio.
Una storia di lavoro nero e di qualche piccolo abuso, fenomeni che tutti gli italiani conoscono per averli incontrato almeno una volta nella vita, ma certo se riguardano un’alta carica del Governo, non va bene.
Dopo quella piccola “sputtanata“, il silenzio.
Di quei fatti nessuno ne parla più.
Se qualcuno ci prova, lo spunto non viene raccolto e così, molto velocemente, tutta la vicenda diventa “vecchia” e la gente si stanca a sentirla ripetere.
“Che ancora di questo torni a parlare? E allora quelli là…?”
Allora prenderei spunto da chi di comunicazione ne sa parecchio cominciando a parlare il meno possibile di ministri e politici che ci informano sulla loro colazione a base di Nutella, che ci raccontano momenti privati allo stadio, a letto, o in cucina.
Penso che questo veicolare informazioni che distraggono e risultano dannose per la crescita del paese andrebbe evitato. Almeno contenuto.
Sarebbe buono riconoscere le provocazioni strumentali e non accettarle. Si campa meglio tutti.
La crescita secondo me è come una nave che avanza lentamente in un mare spesso turbolento e allora, invece di rimanere sul molo a chattare… torni a bordo cazzo!
E chiediamo conto delle cose serie e lasciamo perdere le scemenze che in quelle i “cattivi” sono più bravi di tutti.