Una poesia scritta dal mio amico Pietro Biondi
come ai tempi de’ ‘na volta,
‘sta domenica de marzo
Un po’ l’anima è risorta,
soffro meni quando m’arzo.
C’è st Claudio, er padrone
che fa da anfitrione.
C’è sta sempre la mia Rita
che a”aggira un po’ svanita.
Me so messo a li fornelli
Pe’ fa i piatti (sempre quelli):
spezzatino a la romana,
pasta a la matriciana.
Li contorni so assortiti
E li dorci so spariti.
In attesa de l’evento
che me fa tanto contento:
Verrà a cena nientemeno
che er celebre Moreno!
E quest’e’ un avvenimento
degno d’un ber monumento!
Stamo qui co’ ‘a bava in bocca
Pe’ sape’ che strada imbocca.
E si tutto bene andrà
sarà come anni fa,
quanno casa de Spoleto
me vedeva ganzo è lieto.
Poi è venuto er terremoto
pe’ creamme un grande voto.
Ma stasera, doppo tanto,
se ripeterà l’incanto.
Certo, non è casa mia
ma è lo stesso, annamo, via!
Du’ amici de ‘na vita
e la mia vaghina Rita.
Beveremo e magneremo,
presto poi c’è rivedremo.
In attesa d Moreno
che staser sarà er divo,
so allegro, so sereno
e me sento un po’ più vivo.
Questo sito è un po’ anniscosto,
sto ar telefono attaccato,
lancio un grido accorato:
“A More’, un sbava’ strada”!
10 Marzo a casa di Claudio Trionfi Gualdo Cattaneo via delle Bucine.
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Carissimo Moreno, ti voglio fare un regalo.
Questo è il testamento programmatico di un tuo amico che non sarà mai eletto sindaco di Spoleto.
Lui parte dal presupposto che, nell’epoca moderna, Spoleto abbia avuto un solo lungo momento di gloria mondiale, che ha trascinato con sé anche l’economia e lo sviluppo: Il Festival.
E (lui) crede che non ci saranno possibilità di sviluppo in futuro se non si sarà capaci di inventare qualcosa di equivalente. Lottare con le altre città sul piano dello sviluppo industriale e economico corrente, (lui) lo ritiene sbagliato e perdente.
Non solo. (lui) crede che in questo mondo “globalizzato” l’unica possibilità di sopravvivenza sia quella di distinguersi, essere unici, offrire “prodotti” che solo in quel negozio puoi comprare.
(lui) Crede che il Festival sia irrecuperabile. Può solo sopravvivere alla meno peggio. E basta.
L’offerta, ormai, supera la domanda, e lottare con Festival che possono contare su finanziamenti neanche lontanamente comparabili con quelli su cui può contare Spoleto, è un’impresa impossibile.
Allora (lui) si domanda: Cosa NON c’è nel mondo?
E (lui) Si risponde: LA PACE E UN LUOGO DOVE FAR CONVENIRE LE MENTI MIGLIORI DELL’UMANITA’ per studiare e progettare un inedito modello di convivenza pacifica.
E Spoleto, come lo è stata per il Festival, potrebbe essere la città ideale.
Davos si occupa solo di economia. E’ un forum internazionale importantissimo. Ma si occupa solo della gestione del presente economico.
Il luogo della PACE, non esiste ancora. (lui) dice: forse ancora per poco, dato che tutti sono alla ricerca di novità.
Certo (lui) dice: detta così è un pò vaga e scarna. Ma (lui) è pronto ad illustrarla dettagliatamente in altra sede.
Dovrebbe essere coinvolta tutta la città. Non si tratta solo di organizzare qualche tavola rotonda.
Ma bisognerebbe rinunciare a questo modello di sviluppo, per far convergere tutte le forze nella realizzazione di questa CITTA’ IDEALE.
Quindi (lui) crede che non riceverebbe neanche un voto se si candidasse.
Il tuo blog, amatissimo Moreno, viene qualche volta accusato di fare proteste e non proposte.
Eccone una. Anche se (lui) sa che non verrà presa in considerazione da nessuno.
Ti abbraccio.
Pietro
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A Morè, te ricordi quando, qualche annetto fa, insistevi tanto perché mi presentassi come Sindaco? E io ti rispondevo: Guarda, Morè, che se me presento ti, con le mie idee, non me vota nessuno?
Presempio: prendiamo tutta la faccenda Panetto e Petrelli e tutte le invettive e lamentazioni contro gli atti di vandalismo che si susseguono. Tutti reclamano, tutti invocano l’ordine, l’intervento delle forze dell’ordine, rigore, controlli, punizioni esemplari…
Che il Macello Vecchi e i vicoli limitrofi stavano inesorabilmente degradandosi, ti ricordi quante volte l’ho detto nella nostre cenette settimanali fino a quando mi è stato possibile farle?
Qualche anno fa scrissi su Spoletonline sull’argomento, proponendo che qualche imprenditore “illuminato” comprasse tutta la zona, la rimettesse in sesto in modo decente, ricavandone appartamenti non di lusso offerti a giovani coppie, studenti, impiegati e lavoratori dal reddito medio. Una specie di “equo canone”, però remunerativo il giusto, per riportare la VITA in centro, perché solo la presenza di abitanti può evitare il degrado (secondo me).
Beh, quella mia proposta non ricevette neanche un commento. Quindi sono rafforzato nell’idea che non mi avrebbe votato nessuno, se mi fossi presentato.
Vedo che TUTTI amano tanto Spoleto, soprattutto nelle zone sotto casa loro. Ma nessuno si domanda veramente il perché succedano certe cosacce. (a parte il fatto che, se c’è lo spaccio, gli utilizzatori finali saranno i pargoli delle famiglie del luogo o limitrofi, no?)
Per quanto riguarda il sig. Monini, che dice di aver fatto tanto per Spoleto (Io non lo conosco, anche se lavorai un’intera estate, quando non era ancora così importante, come ragazzino factotum in viale della Stazione. Ma lui non era nato. Però fa anche l’Assessore dell’ Amministrazione di una città che mette da tutte le parti cartelli di “Città della cultura” dell’Arte, della Pace, del Buon vivere, della Quiete, eccetera…
E chi meglio di lui avrebbe potuto fare un’operazione come quella che propongo io? Quanto si risparmierebbe, in tanti campi, ripopolando un centro che ormai viene frequentato solo per occasioni speciali e poi abbandonato a se stesso, cioè al niente.
Io, Sindaco, avrei fatto questa scelta, non c’è dubbio.
Come vedi, non mi avrebbe votato nessuno.
Come, credo, non risponderà nessuno.
Ma tutti amano tanto Spoleto. Specialmente se c’è l’apericena)
Ciao.