Confesso che sono andato al Teatro Caio Melisso di Spoleto, con il cuore turbato da alcuni commenti sentiti in giro.
Insomma mi aspettavo che lo spettacolo proposto dal Festival dei Due Mondi, sarebbe stato difficile da seguire.
Ma per carità. Manco per niente.
Passato l’inizio dove lo spettatore deve prendere bene le misure con la storia e con chi la racconta, poi la grande padronanza della scena, il grande mestiere e la grandissima capacità di coinvolgere di Adriana Asti, hanno la meglio.
Non capita spesso agli appassionati di teatro di assistere ad un evento dove un monumento della cultura del 900 e pure oltre, racconta una storia in maniera così coinvolgente.
C’erano in sala anche studenti dell’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Spero abbiano preso molto da quella che io ho visto come una fresca lezione di teatro.
Personalmente la presenza muta della regista Lucinda Childs nel ruolo dell’ascoltatore, l’ho trovata inutile e a volte anche fastidiosa.
Però basta concentrarsi sulla protagonista e manco ci si fa caso.
In replica fino al 14 luglio.