Concerto del grande Charles Aznavour a Venezia.
Sala gremita di pubblico appassionato.
Le canzoni si susseguono una dietro l’altra fino a che non si arriva alla celeberrima “Com’è triste Venezia” che lo chansonnier francese intona con sapienti ammiccamenti.
Beh certo a Venezia, è la canzone giusta, quella che avrebbe dovuto far venir giù il teatro per gli applausi.
Invece succede che appena Aznavour intona la frase topica: “Com’è triste Venezia” appunto, dal loggione qualcuno urla “Perché no ti ga visto Monfalcòn”.
Effettivamente Monfalcone, Monfalcòn con la O aperta in dialetto, in quanto a tristezza non ha niente da imparare da nessuno.
Il problema è che la risata generale non era la reazione che si aspettava il cantante francese.
La gente non riusciva a stare ferma sulla sedia. Tutti che ridevano e lui che ovviamente non capiva.
Interruzione: c’è voluto qualcuno del teatro che andasse da lui a spiegare. Si è fatto una risata non spontanea e ha continuato a cantare pensando a Venezia, ma anche un po’ a Monfalcone.
Eh il loggione di chicche ce n’ha parecchie.
Ognuno avrà la sua da raccontare.
A me per ora, fra quelle che si possono dire in pubblico, viene in mente questa di Charles Aznavour in concerto a Venezia.