BASTA REDDITO DI CITTADINANZA: MEGLIO QUELLO DA LAVORO

Immagine AI.

Dice: “ma che gli è preso mo a questo“?

Vuole candidarsi per qualche carica politica? Vuole fare lo “sboròne”? Cerca visibilità?

Ma no, il fatto è più semplicemente che in questa calda estate ho molto tempo per pensare e mi viene in mente che un paese, il nostro, che ha bisogno di tanta manutenzione è lo stesso con troppa disoccupazione, anche se molte fonti ufficiali lasciano intendere altro.

Mettendo insieme le due cose, forse si potrebbe raggiungere un risultato interessante.

Dice “ma che ti pare, che non ci ha pensato nessuno prima”?

Ma certo che ci hanno pensato. Certo. Io dico solo sommessamente la mia.

(A questo link un’interessante idea da leggere dopo aver gustato l’articolo.)

E allora: non più il Reddito di Cittadinanza, che anche se ha oggettivamente aiutato molte famiglie, sembra essere un rimedio non abbastanza efficace e definitivo per risolvere i problemi principali della società. Tanto che l’hanno tolto.

Soprattutto il RDC non ha riscosso le simpatie della politica che fa tendenza.

E allora cominciamo a guardare la situazione di questo nostro paese che ha bisogno di tanti microinterventi da parte dei cittadini stessi.

Interventi per la sicurezza del territorio e adeguamenti sulla conoscenza delle nuove tecnologie, allo scopo di prevenire le emergenze e aiutare il paese a crescere.

Abbiamo bisogno anche di non lasciare indietro nessuno, ma per questo serve un intervento onesto che rispetti tutti.

Allora non è il momento di cominciare a pensare ad un piccolo sostegno alle persone in difficoltà in cambio di un impegno adeguato?

Finanziare un reddito da lavoro, ovvero un contributo da corrispondere ai cittadini in cambio di piccoli lavori di utilità sociale.

Servirà un’analisi accurata delle fonti di finanziamento, dei tipi di lavori proposti, dell’importo da corrispondere e delle possibili misure per chi rifiuta di partecipare.

Ecco alcune semplici considerazioni in merito:

Dove prendere i fondi per finanziare il reddito da lavoro?

Fonti di Finanziamento

  1. Riforma Fiscale: Ridistribuire le risorse attraverso una riforma fiscale progressiva, adeguando la tassazione sui redditi più alti e sulle transazioni finanziarie speculative.E già qui partiamo male: intervento troppo schierato difficile da far digerire a chi si sente nella parte alta della scala sociale, magari senza nemmeno esserci.
  2. Riduzione delle Spese Inefficienti: Ottimizzare la spesa pubblica riducendo gli sprechi e le inefficienze. Per niente facile, ma questo potrebbe includere la revisione delle spese militari, dei sussidi non necessari alle aziende che vivono quasi solo di contributi pubblici e ce ne sono e delle spese amministrative superflue. Quelle ormai fuori controllo.
  3. Contributi Europei: Accedere ai fondi dell’Unione Europea destinati alla coesione sociale e allo sviluppo regionale. Fondi che stanno lì pronti per essere presi a fronte di progetti realizzabili.
  4. Controllare le Emissioni di Carbonio: Introdurre o aumentare una tassa sulle emissioni di carbonio per finanziare politiche sociali e ambientali. Cercare di svincolarsi dalla morsa dei carburanti fossili lavorando per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
  5. Riqualificare il trasporto pubblico come il treno ad esempio, cercando di ridurre quello privato come l’automobile. Dice “…ma l’Italia si regge sull’industria dell’auto”: Bah, sicuri? Nel 2024? Bah!
  6. Ridistribuzione dei Sussidi: Riqualificare e verificare i sussidi già esistenti per finanziare il reddito da lavoro.

Un contributo da corrispondere a tutti i cittadini in cambio di piccoli lavori di utilità sociale.

Quali potrebbero essere allora questi lavori di un numero di ore adeguate al reddito percepito?

Tipi di Lavori di Utilità Sociale

  1. Manutenzione Urbana: Pulizia e manutenzione di parchi, strade, edifici e aree pubbliche.
  2. Assistenza Sociale: Supporto nelle case di riposo, negli asili nido, nelle scuole e nei centri per persone con disabilità.
  3. Attività Culturali: Supporto attivo con sviluppo di nuove proposte nelle biblioteche, nei teatri e nei musei.
  4. Ambiente e Sostenibilità: Progetti di riqualificazione ambientale, piantumazione di alberi, e promozione del riciclo. Cura e controllo del territorio per prevenire smottamenti, frane, alluvioni. Tutta quella roba che succede appena finisce l’estate.
  5. L’Italia è in zona sismica. Qualcosa da fare per aumentare la sicurezza si trova sicuro.
  6. Educazione e Formazione: Supporto scolastico, corsi di alfabetizzazione digitale e linguistica.

Importo del Reddito

L’importo del reddito dovrebbe essere, nel limite delle possibilità, sufficiente a coprire i bisogni fondamentali e incentivare la partecipazione. Potrebbe variare, ma una stima ragionevole potrebbe essere intorno ai XXX-YYY euro al mese, calibrato in base al costo della vita nelle diverse regioni italiane e all’impegno profuso. (Non mi azzardo a mettere cifre. Ognuno può dire la sua)

Gestione dei Rifiuti di Partecipazione

  1. Incentivi e Penalizzazioni: Chi rifiuta senza giustificato motivo potrebbe semplicemente perdere l’accesso alle agevolazioni collegate con questo progetto. Nessuna frustata.
  2. Formazione e Riqualificazione: Offrire programmi di formazione per coloro che non hanno competenze per svolgere i lavori proposti, incentivando la partecipazione. Ognuno qualcosa sa fare e allora ci sarebbe posto per chiunque accetti di ricevere questo piccolo contributo in cambio dell’impegno a mettere in campo le proprie competenze.
  3. Monitoraggio e Supporto: Implementare un sistema di monitoraggio per comprendere le ragioni del rifiuto e offrire supporto personalizzato. Se poi proprio non ti va di darti da fare o hai altro impegno, magari in nero, beh allora fai tu. Ma ricorda che il lavoro nero non è consentito in Italia.

Quanto tempo ci vorrebbe ragionevolmente per mandare a regime il progetto?

 

Il tempo necessario per mandare a regime un progetto di reddito da lavoro dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del sistema, la capacità amministrativa, la volontà politica, le capacità dei politici e le risorse disponibili.

Tuttavia, un piano realistico potrebbe essere suddiviso nelle seguenti fasi:

Fasi e Tempistiche del Progetto

  1. Pianificazione e Progettazione (6-12 mesi)
    • Analisi preliminare: Studio di fattibilità e analisi delle risorse disponibili.
    • Definizione dei dettagli del programma: Stabilire i tipi di lavori di utilità sociale, l’importo del reddito e i criteri di partecipazione.
    • Consultazione pubblica: Coinvolgere cittadini, organizzazioni non profit, enti locali e altri stakeholder per raccogliere feedback e migliorare il progetto.
    • Progettazione del sistema di gestione: Sviluppare un sistema per la gestione delle domande, il monitoraggio delle attività e il pagamento dei contributi.
  2. Sperimentazione Pilota (12-18 mesi)
    • Selezione delle aree pilota: Scegliere alcune regioni o città per avviare il progetto pilota.
    • Implementazione del pilota: Iniziare con un numero limitato di partecipanti e monitorare attentamente i risultati.
    • Valutazione e aggiustamenti: Valutare l’efficacia del progetto pilota, identificare problemi e apportare correzioni necessarie.
  3. Espansione Graduale (18-36 mesi)
    • Espansione progressiva: Gradualmente estendere il programma ad altre aree del paese, basandosi sui risultati del pilota.
    • Formazione del personale: Addestrare il personale amministrativo e i coordinatori locali per gestire il programma su larga scala.
    • Comunicazione e sensibilizzazione: Informare i cittadini sull’espansione del programma e sui benefici offerti. Costante aggiornamento su come va.
  4. Mandare a Regime (36-60 mesi)
    • Implementazione completa: Estendere il programma a tutto il paese.
    • Monitoraggio continuo: Stabilire un sistema di monitoraggio continuo per valutare l’efficacia del programma e apportare eventuali modifiche.
    • Feedback e miglioramento: Creare canali per raccogliere feedback dai partecipanti e migliorare continuamente il programma.

Considerazioni Finali

In totale, potrebbe essere ragionevole prevedere un periodo di 3-5 anni per mandare a regime il progetto di reddito da lavoro.

Questo lasso di tempo permetterebbe di affrontare eventuali problematiche iniziali, ottimizzare il sistema e garantire un’implementazione efficace su scala nazionale. La chiave del successo risiede in una pianificazione accurata, una sperimentazione pilota ben progettata e un’espansione graduale con un costante monitoraggio e adattamento.

Implementare un sistema di reddito di lavoro richiede una gestione oculata e un approccio inclusivo. È fondamentale assicurare che i lavori offerti siano dignitosi, utili alla comunità, che il contributo economico sia compatibilmente con le risorse e adeguato per incentivare la partecipazione.

La collaborazione tra diversi livelli di governo, tecnici competenti e motivati, organizzazioni non profit e comunità locali è cruciale per il successo di questa iniziativa.

Dei Navigator questa volta credo se ne possa fare a meno e si potrebbero impiegare quelle risorse nella riuscita del progetto.

Visto così, sulla carta, pare che potrebbe anche funzionare no?

 

Alla fine di tutte queste chiacchiere mi sono chiesto:
Ma non sarebbe possibile realizzare questo progetto in una realtà piccola come quella di Spoleto?
E allora con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale ho fatto due conti:

Il progetto reddito da lavoro può essere realizzato anche solo in un piccolo comune come quello di Spoleto? Ma con quali fondi?

Realizzare il progetto di reddito di lavoro in un piccolo comune come Spoleto è più fattibile rispetto a un’implementazione a livello nazionale e può servire come progetto pilota. Vediamo i passaggi dettagliati e le possibili fonti di finanziamento.

Realizzazione del Progetto a Spoleto

Passaggi

  1. Analisi Preliminare
    • Valutazione delle Risorse Locali: Analizzare le risorse disponibili, inclusi budget comunali, capacità amministrative e necessità locali.
    • Identificazione delle Attività: Identificare le attività di utilità sociale che possono essere svolte dai cittadini (es. manutenzione di parchi, assistenza nelle scuole, supporto a eventi culturali).
  2. Pianificazione del Progetto
    • Coinvolgimento delle Parti Interessate: Collaborare con cittadini, organizzazioni locali, pensionati, imprese, e altre entità per raccogliere input e sostenere il progetto.
    • Definizione dei Dettagli: Stabilire l’importo del reddito, la durata e le ore settimanali di lavoro, i criteri di partecipazione e il sistema di monitoraggio.
  3. Implementazione Pilota
    • Lancio del Progetto: Avviare il progetto con un numero limitato di partecipanti per testare l’efficacia e identificare eventuali problemi.
    • Monitoraggio e Valutazione: Monitorare il progresso, raccogliere feedback e apportare modifiche necessarie.
  4. Espansione e Stabilizzazione
    • Aggiustamenti e Miglioramenti: Basandosi sui risultati della fase pilota, apportare aggiustamenti e miglioramenti.
    • Espansione Graduale: Se il pilota ha successo, espandere gradualmente la partecipazione fino a coprire un maggior numero di cittadini.

Fonti di Finanziamento

  1. Bilancio Comunale
    • Ridistribuzione delle Risorse: Rivedere e ottimizzare le spese comunali per liberare fondi destinati al progetto.
    • Contributi Volontari: Creare un fondo basato su contributi volontari da parte di cittadini e imprese locali.
  2. Fondi Regionali ed Europei
    • Fondi Strutturali e di Investimento Europei (ESIF): Presentare progetti per ottenere finanziamenti europei dedicati alla coesione sociale e allo sviluppo regionale.
    • Fondi Regionali: Richiedere supporto finanziario dalla Regione Umbria per progetti pilota di innovazione sociale.
  3. Partnership Pubblico-Private
    • Collaborazione con Imprese Locali: Stringere partnership con imprese locali che potrebbero essere interessate a sponsorizzare il progetto in cambio di visibilità e responsabilità sociale.
    • Fondazioni e ONG: Collaborare con fondazioni e organizzazioni non governative che finanziano progetti sociali e di sviluppo comunitario.
  4. Crowdfunding e Donazioni
    • Campagne di Crowdfunding: Lanciare campagne di raccolta fondi online per coinvolgere la comunità e raccogliere contributi volontari.
    • Donazioni Filantropiche: Cercare donazioni da parte di filantropi locali o enti benefattori.

Esempio di Budget

Stima dei Costi per 100 Partecipanti

  • Reddito di Lavoro: 500 euro al mese per 100 partecipanti per un anno = 600.000 euro
  • Costi Amministrativi e di Gestione: 10% del reddito totale = 60.000 euro
  • Formazione e Supporto: 40.000 euro
  • Imprevisti: 10% del totale = 70.000 euro

Totale Stimato: 770.000 euro per un anno

Gestione dei Partecipanti

  • Accettazione Volontaria: Incentivare la partecipazione attraverso una campagna informativa sui benefici del programma.
  • Monitoraggio e Supporto: Implementare un sistema di monitoraggio per garantire che i partecipanti svolgano le attività previste e fornire supporto dove necessario.

Implementare il progetto in un comune come quello di Spoleto permetterebbe di testare il modello su scala ridotta, valutare i benefici e i problemi, e apportare miglioramenti prima di considerare un’espansione su scala più ampia. Sarebbe un bell’esempio che porterebbe visibilità positiva.

E con i tempi come siamo messi?

Quanto tempo servirebbe per mandare a regime il progetto solo sul territorio di Spoleto?

Implementare un progetto di reddito di lavoro nel comune di Spoleto richiederebbe un periodo di tempo ridotto rispetto a un’iniziativa a livello nazionale, ma comunque dovrà essere ben pianificato per garantire successo e sostenibilità. Ecco un possibile piano temporale:

Fasi e Tempistiche del Progetto a Spoleto

  1. Analisi Preliminare e Pianificazione (3-6 mesi)
    • Valutazione delle Risorse Locali: 1 mese
    • Identificazione delle Attività e Consultazione Pubblica: 2 mesi
    • Progettazione del Sistema di Gestione: 1 mese
    • Definizione dei Dettagli del Programma: 1 mese
  2. Implementazione Pilota (6-9 mesi)
    • Selezione dei Partecipanti e Aree Pilota: 1-2 mesi
    • Lancio del Progetto Pilota: 1 mese
    • Monitoraggio e Valutazione del Pilota: 3-6 mesi
    • Raccolta Feedback e Aggiustamenti: 1 mese
  3. Espansione e Stabilizzazione (6-9 mesi)
    • Espansione Graduale ai Cittadini Residui: 3 mesi
    • Formazione del Personale e dei Partecipanti: 2 mesi
    • Monitoraggio Continuo e Miglioramenti: 3-4 mesi

Totale Stimato: 15-24 mesi

Dettagli delle Fasi

  1. Analisi Preliminare e Pianificazione (3-6 mesi)
    • Valutazione delle Risorse Locali: Raccogliere dati sulle risorse finanziarie, infrastrutturali e umane disponibili a Spoleto.
    • Identificazione delle Attività e Consultazione Pubblica: Identificare le necessità locali e consultare cittadini e stakeholder per raccogliere input e consenso.
    • Progettazione del Sistema di Gestione: Creare un sistema di gestione per le domande, il monitoraggio delle attività e il pagamento dei contributi.
    • Definizione dei Dettagli del Programma: Stabilire i criteri di partecipazione, l’importo del reddito, la durata e le ore di lavoro settimanali.
  2. Implementazione Pilota (6-9 mesi)
    • Selezione dei Partecipanti e Aree Pilota: Scegliere un gruppo rappresentativo di cittadini e aree specifiche per iniziare il progetto.
    • Lancio del Progetto Pilota: Avviare il progetto con un numero limitato di partecipanti e monitorare attentamente i progressi.
    • Monitoraggio e Valutazione del Pilota: Valutare l’efficacia del progetto pilota, raccogliere feedback dai partecipanti e identificare problemi.
    • Raccolta Feedback e Aggiustamenti: Apportare le modifiche necessarie al progetto basandosi sui risultati e sui feedback ricevuti.
  3. Espansione e Stabilizzazione (6-9 mesi)
    • Espansione Graduale ai Cittadini Residui: Estendere gradualmente il progetto a tutti i cittadini interessati.
    • Formazione del Personale e dei Partecipanti: Fornire formazione continua per garantire che il personale e i partecipanti siano ben preparati.
    • Monitoraggio Continuo e Miglioramenti: Implementare un sistema di monitoraggio continuo per valutare l’efficacia del programma e apportare eventuali miglioramenti.

Per Concludere:

In totale, il tempo necessario per mandare a regime il progetto di reddito da lavoro a Spoleto potrebbe variare da 15 a 24 mesi. Questa tempistica consentirebbe di svolgere un’analisi accurata, implementare un pilota efficace, raccogliere feedback, e espandere gradualmente il progetto. Pianificare attentamente e coinvolgere tutte le parti interessate fin dall’inizio aumenterà le possibilità di successo e sostenibilità del programma.

Beh! Un’ideaccia?

(A questo link un’interessante idea da leggere dopo aver gustato l’articolo.)

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