IL PESO DELL’INCHIOSTRO

Lo so che con l’apostrofo non si va a capo, ma non riesco a correggere.

Capitolo 1: Il codice nascosto

Ivan Bruttassài, un investigatore dal fascino intrigante a dispetto del nome, sedeva nel suo ufficio di vetro e acciaio. I suoi lineamenti delicati contrastavano con il suo spirito affilato.

Stava osservando due copie di un vecchio libro sulla sua scrivania. Stesso titolo, stesso editore, ma diverso l’anno di stampa.

Una delle copie aveva la copertina consumata, consumata dal tempo; l’altra era fresca di stampa, con pagine ancora odoranti d’inchiostro.

Erano edizioni dello stesso libro, ma per Ivan, uno di quei due volumi nascondeva una parola che avrebbe potuto cambiare il destino del mondo.

L’investigatore era stato convocato in tutta fretta dal governo per una missione segreta: sventare un attacco nucleare imminente.

Mo perché avevano scelto proprio lui non si capisce, ma ci piace immaginare una qualche conoscenza remota fra il detective e chi conta nel Palazzo del Potere. Oppure hanno scelto a caso scorrendo il dito sull’elenco di chi fornisce servizi di indagine. Boh. Fatto sta che Ivan si ritrovava fra le mani un bell’affare. Soprattutto si trovava nella condizione di elaborare una strategia per ottenere il risultato sperato in pochissimo tempo. Questi racconti hanno sempre questa caratteristica: Tocca sbrigàsse che sennò salta tutto.

E pure questa volta il problema andrà risolto velocemente confidando sulla fantasia e la preparazione di Ivan.

Sempre la solita storia di uno che arriva e salva il mondo. Niente di nuovo, ma stavolta il metodo è interessante.

Ivan aveva scoperto che la chiave per disinnescare il conflitto era una password, inserita in uno dei due  libri sulla sua scrivania.

Si trattava di capire quale fosse stata la parola diversa fra i due volumi.

Le circa 700 pagine rendevano difficile e lenta l’indagine qualora si fosse scelto di leggere tutto anche in più persone.

I due libri erano stampati da un editore specifico, ma nessuno sapeva quale parola fosse stata sostituita dagli agenti di un’organizzazione terroristica. Doveva trovarla in pochissimo tempo.

Anzi, meglio, Ivan doveva trovare un metodo che gli avrebbe consentito di scoprire la frase giusta che si sapeva era stata distribuita su più libri.

Un lavoraccio pure per un lettore appassionato.

Come al solito in questi racconti il tempo è fondamentale per intrigare il lettore.

Non c’era margine di errore, e Ivan non avrebbe fallito. Almeno così speravano tutti i personaggi coinvolti in questa operazione.

I rappresentanti del Governo gli avevano consegnato insomma due copie dello stesso libro: una edizione precedente alla sostituzione e una che era stata stampata dopo l’intervento dei terroristi, dove sicuramente era stata inserita la password al posto di un’altra parola. Una qualsiasi. Poi questo sistema era stato ripetuto in decine di altri testi. La somma delle parole diverse scritte lì sopra, avrebbe formato la frase da conoscere per disattivare l’innesco del casino.

Insomma che ti si inventa l’Ivan nostro?

Fa ricorso all’intelligenza artificiale di cui era diventato un appassionato studioso.

Aveva immaginato che la differenza tra i due testi, quello originale e quello ritoccato, risiedeva, secondo Ivan, nel peso dell’inchiostro usato per comporre ogni singola parola.

Doveva scoprire quale parola era stata alterata, perché quella era una parte del messaggio password.

Capitolo 2: L’incontro con Giada

Ivan aveva bisogno di accedere ai registri della casa editrice “Edizioni Era Nuova” che aveva stampato il libro incriminato, e qui entrava in scena Giada Vistini, l’assistente dell’editore.

Giada era una donna dalla bellezza classica, con lunghi capelli scuri e un sorriso che da solo bastava per illuminare una stanza.

Era abituata a lavorare con vecchi e polverosi manoscritti, ma quando Ivan entrò nel suo ufficio, qualcosa cambiò.

«Signor Bruttassài, mi hanno detto che ha bisogno di accedere ai registri delle stampe» disse lei, studiando il volto elegante dell’investigatore.

Ivan la fissò per un istante più lungo del necessario. «Sì, ho bisogno di vedere le note di produzione del libro di cui abbiamo parlato. Ci sono state delle modifiche recenti che mi interessano

Giada annuì e si alzò per prendere le cartelle. «Ho sentito che questo caso è di importanza vitale. Posso chiedere di cosa si tratta?»

Ivan esitò un momento. «Non posso dirti molto, disse passando al tu, ma ciò che cerchiamo è nascosto in una di queste edizioni. Una parola che non dovrebbe essere quella, una parola che può decidere la vita o la morte di milioni di persone. Una roba tipo quella che si vede nei catastrofici americani. Quegli assurdi filmetti dove tutti si affannano per salvare il mondo»

Giada lo fissò con occhi spalancati. «E tu pensi di trovarla… leggendo tutto il libro di oltre 700 pagine?»

Ivan sorrise, mostrando un lampo di confidenza. «Non leggendo. Pesando.»

Capitolo 3: Il confronto

Ivan e Giada si misero al lavoro, confrontando, con l’aiuto di un programma di riconoscimento dei caratteri, parola per parola delle due edizioni del libro.

L’intelligenza artificiale adeguatamente interrogata, fece il suo lavoro.

Nonostante la precisione con cui l’investigatore eseguiva il suo compito, Giada non poteva fare a meno di osservarlo. L’uomo che aveva davanti a sé era affascinante e metodico, e la sua una intelligenza molto curiosa.

«Hai una tecnica davvero particolare» disse Giada, mentre lo aiutava a trascrivere le parole.

Ivan alzò lo sguardo e sorrise. «L’inchiostro usato per scrivere ogni parola ha un peso, anche se infinitesimale. L’inchiostro che usiamo per scrivere può rivelare molto più di quanto si pensi. Gli errori umani lasciano tracce, ma anche gli errori deliberati, come in questo caso

Con i suoi calcoli, Ivan stava rivelando il peso delle parole su una piccola porzione di ogni pagina.

Il piano era semplice: confrontare il peso delle parole nelle due edizioni. La parola che pesava diversamente, a causa della diversa quantità di inchiostro, sarebbe stata quella sostituita dai terroristi. Facile no? Stupido? Beh, sì, pure, ma questa è la grande idea di Ivan appassionato di AI e questa bisogna tenersi.

Capitolo 4: Il legame che si crea

Dopo ore di lavoro intenso, Ivan si fermò un momento per riposarsi. Giada gli si avvicinò, offrendo una tazza di caffè caldo. «Sai, non avrei mai pensato che avremmo passato la serata a pesare parole» disse, cercando di stemperare la tensione.

Ivan sorrise, accettando la tazza. «Neanche io, ma c’è sempre una prima volta per tutto. Come diceva qualcuno le parole sono importanti e vanno pesate.» La sua voleva essere una battuta ma Giada che era lì non la capì. Però sorrise lo stesso.

Lui provò a spiegare il suo metodo investigativo per questo caso: “Ogni carattere ha una certa area superficiale che viene ricoperta dall’inchiostro. Questa superficie dipende dal tipo e dalla dimensione del font e dallo stile (grassetto, normale, corsivo).

Per esempio, un carattere “a” di un font Arial 12 punti ha una superficie di copertura diversa rispetto a un carattere “W”.

Vai pure avanti disse lei che si era già persa.

Una volta determinata l’area coperta, continuò Ivan, è necessario stimare lo spessore dello strato di inchiostro applicato sulla carta. Questo spessore è molto sottile, generalmente nell’ordine dei micrometri (µm). Con queste informazioni, si può calcolare il volume di inchiostro utilizzato per scrivere una lettera o una parola. E quindi anche il suo peso.

Il volume di inchiostro per una singola parola sarà determinato da questa formula: 

inchiostro=superficie×spessore.

La faccio semplice sennò dovrei buttare giù un sacco di sigle e codici ora inutili. Le formule le metto in fondo magari vah. In descrizione come si dice in questi casi.

Si sedettero uno accanto all’altro, in silenzio per qualche minuto. Poi, quasi senza accorgersene, Giada posò una mano sulla spalla di Ivan. Lui la guardò, e in quel momento capirono entrambi che qualcosa di più profondo stava iniziando a crescere tra loro. Una scemenza, ma per dare un po’ di carattere a questa storia meglio inventarsi una piccola storia sentimentale fra i protagonisti.

«Sai, non sei il tipo di investigatore che mi aspettavo» disse lei, con un sorriso accennato.

Lui inclinò la testa. «E che tipo ti aspettavi?»

«Forse un uomo più duro, più cinico. Ma tu sembri… diverso.»

Ivan abbassò lo sguardo per un istante, poi si voltò verso di lei, più vicino di quanto fosse stato finora. «Dicono che il vero coraggio non è non avere paura, ma agire nonostante la paura. Forse è lo stesso con il cinismo. Non sono immune alla realtà, Giada, ma c’è sempre spazio per l’umanità, anche in mezzo a una missione come questa.» (Questa frase l’ho lasciata scrivere all’AI. Non per scaricare responsabilità, ma… insomma ecco).

Capitolo 5: La scoperta

Dopo ore di confronti minuziosi, Ivan si bloccò improvvisamente. Una parola nel nuovo libro pesava leggermente di più rispetto alla stessa parola nell’edizione precedente.

«Ecco» disse Ivan, con voce bassa ma decisa. «L’ho trovata.»

Giada si avvicinò, trattenendo il fiato. «Quale parola?»

«La parola ‘verità» disse Ivan. «Nell’edizione originale, pesava leggermente meno. Ma in questa nuova edizione, è stata sostituita. E questa non è una parola qualsiasi. È la password

Giada lo guardò incredula. «La parola per sventare una guerra nucleare… è ‘verità?»

Ivan annuì. «Sì. È ironico, vero? In un mondo pieno di menzogne e inganni, la chiave per salvare milioni di vite è la parola verità.»

Capitolo 6: La corsa contro il tempo

Con la parola corretta in mano, Ivan e Giada si precipitarono verso il centro di comando segreto dove avrebbero dovuto comunicare il metodo da usare per individuare le altre parole che formava la frase segreta.

La tensione era palpabile mentre correvano contro il tempo per impedire l’innesco dell’arma nucleare. Il mondo sembrava trattenere il fiato. (Pure questo è stato scritto dall’AI).

Nel momento decisivo, Ivan inserì la password ricavata nel sistema. Per un istante, il tempo sembrò fermarsi.

Poi, con un clic rassicurante, la bomba o quello che era quel coso pieno di luci e di tubi si disattivò. La minaccia nucleare era stata sventata.

Giada lo guardò, il sollievo evidente nei suoi occhi. «Hai fatto davvero qualcosa di straordinario.»

Ivan le sorrise, prendendole la mano. «Non avrei potuto farlo senza di te.»

In quel momento, capirono che il legame che si era formato tra di loro era più profondo di quanto avessero immaginato. E anche se la minaccia era stata sventata, sapevano che avrebbero affrontato insieme nuove sfide, sempre con la verità al loro fianco.

Epilogo: Il nuovo inizio

Ivan e Giada uscirono insieme dall’edificio, il cielo sopra di loro limpido, libero da qualsiasi ombra di distruzione. Una nuova vita si apriva davanti a loro, una vita in cui la verità e l’amore avrebbero continuato a guidare i loro passi.

La morale dice che io, autore senza vergogna di questo breve racconto, dovrei cominciare a disintossicarmi un po’ dallo studio dell’AI, ché se porta a questo, meglio lasciarla perdere.

Meglio.

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La domanda: Sarebbe possibile calcolare il peso dell’inchiostro che è servito per scrivere una parola di un libro ed eventualmente soppesare le differenze di peso fra una parola e l’altra?

So che servirebbero strumenti di una precisione difficile da ottenere ma a me interessa conoscere se è possibile fare questo calcolo in linea teorica.
La risposta: In linea teorica è possibile calcolare il peso dell’inchiostro utilizzato per scrivere una parola in un libro, ma richiede una serie di approssimazioni e ipotesi. Il calcolo dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di inchiostro, il carattere e la dimensione del font utilizzato, la porosità della carta, e persino la densità dell’inchiostro stesso.

Passaggi principali per calcolare il peso dell’inchiostro utilizzato

  1. Determinazione della superficie coperta dall’inchiostro: Ogni carattere ha una certa area superficiale che viene ricoperta dall’inchiostro. Questa superficie dipende dal tipo di font, dalla dimensione del font e dallo stile (grassetto, normale, corsivo). Per esempio, un carattere “a” di un font Arial 12 punti ha una superficie di copertura diversa rispetto a un carattere “W”.
  2. Calcolo del volume di inchiostro utilizzato: Una volta determinata l’area coperta, è necessario stimare lo spessore dello strato di inchiostro applicato sulla carta. Questo spessore è molto sottile, generalmente nell’ordine dei micrometri (µm). Con queste informazioni, si può calcolare il volume di inchiostro utilizzato per scrivere una lettera o una parola. Il volume di inchiostro per una singola parola sarà approssimativamente:

V inchiostro=A superficie × D spessore V_{\text{inchiostro}} = A_{\text{superficie}} \times D_{\text{spessore}}dove Asuperficie A_{\text{superficie}} è l’area coperta dalla parola e D spessored_{\text{spessore}} è lo spessore dello strato di inchiostro.

  1. Calcolo del peso dell’inchiostro: Il peso dell’inchiostro può essere ottenuto moltiplicando il volume dell’inchiostro utilizzato per la densità dell’inchiostro stesso (di solito compresa tra 1 e 1,2 g/cm³, a seconda del tipo di inchiostro).

Il peso PinchiostroP_{\text{inchiostro}} sarà:

Pinchiostro=Vinchiostro×ρinchiostroP_{\text{inchiostro}} = V_{\text{inchiostro}} \times \rho_{\text{inchiostro}}dove ρinchiostro\rho_{\text{inchiostro}} è la densità dell’inchiostro (in g/cm³).

Approssimazione per una parola

Facciamo un esempio molto approssimativo:

  • Immaginiamo di usare il font Arial, 12 punti, che copre circa 0,5 cm² di superficie per una parola di 5 lettere.
  • Lo spessore dello strato di inchiostro sulla carta potrebbe essere dell’ordine di 10 µm (0,001 cm).
  • La densità dell’inchiostro sarà di circa 1 g/cm³.

Il volume dell’inchiostro usato sarà:

Vinchiostro=0,5 cm2×0,001 cm=0,0005 cm3V_{\text{inchiostro}} = 0,5 \, \text{cm}^2 \times 0,001 \, \text{cm} = 0,0005 \, \text{cm}^3Moltiplicando per la densità:

Pinchiostro=0,0005 cm3×1 g/cm3=0,0005 g=0,5 mgP_{\text{inchiostro}} = 0,0005 \, \text{cm}^3 \times 1 \, \text{g/cm}^3 = 0,0005 \, \text{g} = 0,5 \, \text{mg}Quindi, il peso approssimativo dell’inchiostro utilizzato per scrivere una singola parola di 5 lettere potrebbe essere circa 0,5 mg.

Differenze di peso tra parole

Dato che il peso dell’inchiostro è direttamente proporzionale alla superficie coperta, parole più lunghe o con caratteri più grandi peseranno di più.

Ad esempio, una parola come “pneumoultramicroscopicosilicovolcanoconiosis” (una delle parole più lunghe in italiano) coprirà una superficie maggiore rispetto a una parola corta come “cane“, e quindi richiederà più inchiostro.

In pratica, il peso dell’inchiostro per una parola lunga potrebbe essere diverse volte superiore rispetto a quello di una parola breve.

Tuttavia, si tratterebbe sempre di differenze nell’ordine di frazioni di milligrammo, che sarebbero molto difficili da misurare con strumenti standard.

Conclusione

In teoria, è possibile calcolare il peso dell’inchiostro utilizzato per scrivere una parola, ma le differenze di peso tra parole diverse sarebbero estremamente piccole, nell’ordine di frazioni di milligrammo.

Sebbene il calcolo sia fattibile, la misurazione pratica richiederebbe strumenti di precisione avanzata come bilance di laboratorio ad altissima sensibilità.

Quindi il racconto si basa su qualcosa di teoricamente possibile, ma praticamente una scemenza. Come spesso viene da definire i filmetti catastrofici che ci rifilano ormai troppo spesso in tv, quando sanno che siamo seduti sul divano, completamente indifesi.

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