Curiosi mo di capire chi sarà a rappresentare i bisogni dei cittadini di Spoleto nel Palazzo Comunale.
Quante poltrone, quante partecipate, quante presidenze, che a noi che ce l’abbia uno o l’altro, mi sa che poco cambia. Ormai. Intanto se quella roba di sinistra e destra aveva ancora qualche senso, pure questa città che veniva da sempre considerata come una roccaforte rossa, si sgretola per lasciar posto alle truppe di Salvini. Dice: “mica solo lui”… vabbè, certo, non solo lui. Certo.
Le abbiamo viste qualche sera fa alla chiusura della campagna in Piazza Garibaldi. Una piazza piena di gente, molta proveniente da Terni e da Perugia, al seguito del nuovo condottiero Salvini. Quello che va di moda adesso.
Stima per il neo sindaco lì ancora candidato, per non aver perso il sorriso sul palco insieme al Ministro dell’Interno mentre parlava di respingimenti e di “noi” e “loro” in un mondo cambiato ma non così tanto da metabolizzare la caccia al diverso. Parlava di barconi e di censimento dei Rom. Per ora solo di loro, poi vedremo se servirà altro.
Nella piazza, sulla sinistra rispetto agli oratori (ma tanto non conta più) la bella e austera chiesa di San Gregorio che ammutolita provava a decifrare le urla e gli evviva cercando riferimenti sul Vangelo di cui spesso il Vice Presidente del Consiglio parla.
Boh, usciremo anche da questo certo e spero che il nuovo sindaco, che a me dà l’impressione di una persona onesta ed equilibrata, riuscirà a mantenere l’attenzione sulla città.
Facile non è, ma è obbligatorio provarci.
E mo cominciano le rese dei conti.
Ci sarà chi ha voglia di tirar fuori gli stracci e farli volare.
E di stracci pare ce ne potrebbero essere diversi a sinistra (ma tanto non conta) a cominciare dall’idea di marketing seguita durante la campagna elettorale.
Per continuare con i chiarimenti con gli iscritti al maggior partito della coalizione che pare non abbiano remato nella direzione degli altri.
Avranno le loro ragioni, ma sarà interessante conoscerle.
E poi l’apparentamento andava fatto? E tanto altro.
Altrettanti stracci a destra, ma quando si vince, si sà, degli stracci ce se ne occupa di meno.
Quando si perde invece no.
Un dubbio: ma chi ha scelto domenica scorsa di non andare a votare, adesso è seduto sulla sponda del fiume, o a mollo nell’acqua?