Ce ne saranno migliaia di tipi di turista. Io da qualche giorno mi sono concentrato su due diverse categorie:
A – il turista che arriva e si comporta come se fosse a casa tua e chiede permesso.
B – Quello che arriva e si comporta come se fosse a casa tua, ma la sua è meglio e la tua la schifa.
Ecco, io non vorrei dare una collocazione geografica a questi due diversi comportamenti.
Non avrebbe senso.
Certo, vero è che a me capita di riscontrare più spesso l’atteggiamento rispettoso di tipo A, nei turisti che provengono da zone dove il viaggiare viene preso come un piacere, un modo per imparare, un po’ come leggere un bel libro.
Questo tipo di viaggiatore fotografa quello che gli va, ma quasi mai i piatti del ristorante, o le auto di lusso parcheggiate per strada. Saluta e incrocia sereno gli sguardi degli abitanti del posto.
Si sforza di parlare la lingua del paese ospitante.
Il secondo tipo, invece, se trova una Ferrari parcheggiata non resiste a farsi scattare una foto appoggiato alla portiera ammiccando come fosse sua.
Guarda con la palpebra calata e non rinuncia a marcare il proprio dialetto per far capire la sua provenienza.
Difficilissimo per il turista di tipo B, cominciare a mangiare prima di aver spedito agli amici la composizione nel piatto.
Se poi il ristorante è uno di quelli da porzioni abbondanti è finita. La pasta si mangia fredda.
Prima le foto, il video e in certe occasioni anche la videochiamata.
Dice: ma a te che fastidio ti danno?
Dico: a me? Ma niente. Che fastidio mi danno? Niente.
Io poi i piatti non li fotografo e ho ancora nostalgia della mia vecchia Fiat Duna.
Figurati te.